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Citando insieme a casa di Ichi

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  • #31
    Ora dunque - ripresi, - Lìside e Menèsseno cari, abbiamo trovato quello che è l'amicizia e quello che non è. Ecco la formula: tanto per l'anima, quanto per il corpo e per ogni altra cosa, sorge amicizia, quando chi non è né cattivo né buono, per l'azione del male, si volge ad amare il bene.
    I due ragazzi insieme assentirono e dissera ch'era veramente così.

    Platone - Lìside
    [Amdir]Firma Irregolare[/Amdir]

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    • #32
      Non dico che sono cattivo, però dico: stai all'occhio. Appartengo a una razza indomita, che si muove in fretta, quel tipo di persone che si lasciano dietro una striscia di ansia. Ho smesso di dire bugie perché ho perduto l'immaginazione ma non c'è nulla di affidabile nelle mie verità. Apro gli occhi e guardo il soffitto. Questo mi fa venire voglia di pensare. Me ne sto sdraiato a pensare per ore. Non è sempre stato così. Come Sid e Nancy, anch'io ho cercato di arrivare in tempo per la cena ma i cartelloni pubblicitari e i segnali stradali mi hanno guastato il sangue. La mamma veniva tutte le sere a vedere se dormivo: prima mi toglieva il libro dalle mani, poi mi rimboccava le coperte, mi benediceva due volte, spegneva la luce e se ne andava senza far rumore. Come Sid e Nancy, anch'io ho visto forme nelle nuvole e non sempre erano piacevoli. Come loro, mi sono sorbito sfilate di professori del càzzo e bande militari mentre dal fondo lanciavano sputi feroci e raffiche di peti. Allora sono saltato dalla finestra e ho pigiato sull'acceleratore, sono entrato in contatto con i prati e le libellule, e a un certo punto non c'erano piu' i prati ma un promettente tic-tac, un brusco accenno di musica e altri che come me cercavano il brivido.

      E. M. Reyes - C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo. Musica dei Sex Pistols e dei Nirvana

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      • #33
        Volevo giocare a calcio, credevo di esserci portato, avevo provato migliaia di tiri nella luminosa solitudine della mia mente, ero sceso in campo contro i migliori del mondo, vivi e morti, seduto sul gabinetto per ore. C'era solo un problema: le mie gambe. Erano troppo secche e mi vergognavo a farmi vedere in calzoncini. Per sfuggire all'educazione fisica avevo rifilato all'insegnante la balla di una rara malattia congenita. Gli insegnanti sono la cosa più stupida e indifferente che ci sia, è facile dargliela a bere perché non gliene frega niente di te e delle tue paturnie, vogliono solo arrivare alla fine del mese per prendere il loro miserabile stipendio, desiderano solo che qualche ragazza bene in carne gli dia l'occasione di farle il tagliando. Fatto sta che quando finalmente le mie gambe si irrobustirono un po' ero ormai troppo vecchio per intraprendere la carriera del calciatore e così il paese si perse l'unico uomo in grado di portarlo in finale ai mondiali.

        E. M. Reyes - C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo. Musica dei Sex Pistols e dei Nirvana

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        • #34
          mi hai convinto, lo compro.
          .

          .
          Clan SPAMMER - Severi ma giusti.

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          • #35
            E' la prima volta che mi piace uno scrittore sudamericano

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            • #36
              Nel quartiere di Edo si usa una specie di cestino da pranzo intrecciato, che viene adoperato un solo giorno nelle passeggiate primaverili. Al ritorno lo si getta via calpestandolo.
              La fine è importante in tutte le cose.

              Hagakure (11,38)


              Clan Spammer Severi ma giusti.

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              • #37
                "Era di quelli che afferrano una frase dove gli altri intendono solo un chiasso. Dalla gola tesa di un leone, dentro una raffica, in una valanga, in un tuono lui riconosceva una voce dire. E mentre l'ascoltava anche la leggeva, scritta e tesa."

                Erri De Luca "E disse"

                Grazie a Sergio di Rio per la firma
                >>Sgnarf the Ripper<<

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                • #38
                  Forse voglio negare quel tempo ma sarò qui a ricordare che le ho insegnato a muovere le stelle, a leggere scrittori coi controcazzi, a capire ciò che i nostri occhi non vedono, ciò che non si sente, le creature dell'oscurità. Lei mi ha insegnato a sapere, e questo almeno è sicuro. Lei è schiva, silenziosa, con ferite antiche. Devi amarla con attenzione, può diventare fredda e dura come un rospo di grasso, può chiudersi in se stessa come una chiocciola offesa. Ortega, il poeta-professore, sostiene che l'artista è un piccolo dio con un dolore, la propria superbia, che lo fa a pezzi. Raccogliere ogni singolo pezzo è il suo lavoro. Un lavoro sordido, inutile ed estenuante. Sordido perché vivi in un manicomio. Estenuante perché i pezzi sono troppi. Inutile perché non li troverai mai tutti. Ortega ha ragione, il pezzo di maggior valore non ne vuole sapere di me.

                  E. M. Reyes - C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo. Musica dei Sex Pistols e dei Nirvana
                  Ultima modifica di JustLikeToio; 09-06-2011, 21:46.

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                  • #39
                    Il romanzo comincia in una stazione ferroviaria, sbuffa una locomotiva, uno sfiatare di stantuffo copre l’apertura del capitolo, una nuvola di fumo nasconde parte del primo capoverso. Nell’odore di stazione passa una ventata d’odore di buffet della stazione. C’è qualcuno che sta guardando attraverso i vetri appannati, apre la porta a vetri del bar, tutto è nebbioso, anche dentro, come visto dagli occhi di miope, oppure occhi irritati da granelli di carbone. Sono le pagine del libro a essere appannate come i vetri di un vecchio treno, è sulle frasi che si posa la nuvola di fumo. È una sera piovosa; l’uomo entra nel bar; si sbottona il soprabito umido; una nuvola di vapore l’avvolge; un fischio parte lungo i binari a perdita d’occhio lucidi di pioggia.

                    Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore

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                    • #40
                      Non è naturale che sia il pilota a chiedere ai marinai di essere governati da lui né che siano i sapienti a recarsi alle porte dei ricchi. Chi si è vantato di questo motto di spirito si è ingannato; la verità è invece che, se è ammalato un ricco come se lo è un povero, è lui che deve andare alle porte dei medici; e chiunque ha bisogno di essere governato, deve lui stesso andare a quelle di chi è capace di governare, non che sia l'uomo di governo a chiedere ai governati di essere governati, se c'è veramente qualche bisogno di lui.

                      Platone - La Repubblica
                      [Amdir]Firma Irregolare[/Amdir]

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                      • #41
                        Trilogia della città di K

                        "Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia"

                        Agota Kristof (Csikvánd, 30 ottobre 1935 – Neuchatel, 27 Luglio 2011) ***

                        Grazie a Sergio di Rio per la firma
                        >>Sgnarf the Ripper<<

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                        • #42
                          La verità riguardo al mondo, disse, è che tutto è possibile. Se voi non lo conosceste fin dalla nascita e pertanto non lo aveste purgato della sua bizzarria, vi apparirebbe per quello che è, un cilindro truccato in uno spettacolo di illusionismo, un sogno febbrile, una trance popolata di chimere senza simili e senza precedenti, un carnevale itinerante, un circo ambulante la cui destinazione finale, dopo molte soste in molti campi fangosi, è ineffabile e imperscrutabilmente rovinosa.

                          Meridiano di sangue - Cormac McCarthy

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                          • #43
                            Nel viaggio di ritorno Daniele prese il timone, zio calò un filo a traino dal legno di poppa, Nicola si mise a pulire i pesci. Me ne andai a prua e Caia mi raggiunse. "Se arriva un'onda grande proteggimi la testa". Avrei pagato sangue per un po' di mare mosso, ma si viaggiava in favore di corrente, le onde facevano da spinta e Daniele era bravo a sfruttare l'angolo buono per scivolare giù dalle creste come in discesa. Non venne l'occasione di fare da cuscino alla sua nuca.
                            Caia si addormentò. Avrei voluto bagnarle i capelli perché non si scaldassero troppo, ma l'avrei svegliata. Riuscii a mettere il corpo in modo da farle ombra almeno sulla testa. Dormiva con le labbra aperte. Avrei voluto mettere l'orecchio sul suo fiato per ascoltarlo. Non c'era solo fiato in quel sonno, ci dovevano essere parole, forse in una lingua che non avrei capito. Avrei voluto mettere il naso su quel fiato, fiutarlo dal fondo del petto profumarsi in gola mischiandosi all'incenso della sua saliva, avrei tirato su nel naso il rosso delle sue branchie di pesce di fiume, la condensa dei boschi svizzeri. Non avrei voluto mettere la mia bocca sul suo fiato: la mia bocca non avrebbe capito niente di quello che esalava dalla sua, avrebbe solo succhiato alla cieca, da ladra spudorata di aria del suo respiro. Il mio corpo sforzato dalla posizione le fabbricava l'ombra, rispettando il compito di custode.
                            Non c'è ritorno, pensavo, questo viaggio manca di simmetria, è solo andata.

                            Erri De Luca - Tu, Mio
                            [Amdir]Firma Irregolare[/Amdir]

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                            • #44
                              Caia salì dall'acqua tenendo la mano di un ragazzo. Vedendomi si avvicinò per dirmi:" non mi giudicare, sono una ragazza, e questa è un'estate", a bassa voce, chinandosi su di me. Certo che non ti giudico, Hàiele, sto dalla tua parte, io sono il tuo fondale, la finta scena disegnata alle tue spalle, sono il tuo peggiore ballerino, il tuo custode. Di tutto quello che mi passava in testa in risposta alla sua frase, mi uscì soltanto: ”Non prendere freddo, Hàiele”, che potesse sentire solo lei, mentre le offrivo il mio asciugamano. E lei in rimando con un bisbiglio di tenerezza disse: ”Tu, mio”, e se ne tornò verso il ragazzo stringendo l’asciugamano intorno alle spalle.

                              Erri De Luca - Tu, Mio
                              [Amdir]Firma Irregolare[/Amdir]

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                              • #45
                                Finisci per muoverti come l'oceano in un bicchiere, quando invece vuoi girare i paesi e le città, telefonare con la scheda telefonica che finisce e l'ultima parola resta a metà, dire che ti manca e tutte quelle cose lì. E vuoi dipingerti le mani di tanti colori, di pastelli, cera, terra delle suole e muffa di un angolo, lacca e porporina, stendere quel fango variopinto fino ai polsi, dove le vene battono silenziose e azzurre come un cielo.

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                                Sto operando...
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