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    Ripropongo una cosa "realmente" successa qualcuno la ricorderà. Uno scambio di battute nel vecchio forum dei CDD A puntate
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    Anonimo

    +apre la porta della taverna e varca la soglia...entrato, si dà un'occhiata intorno e quindi si siede ad un tavolo libero che gli consenta di vedere l'ingresso del locale, il suo volto è reso irriconoscibile dal cappuccio della pellegrina. Ordina a voce alta del vino all'oste, ma, non appena questi solleva il suo volto, mormora incredulo: 'Ergo?...come è possibile?..' Con un gesto della mano fa cenno al locandiere di avvicinarsi e quindi confabula per pochi istanti con lui. Estrae dalla propria bisaccia un sacchetto di monete che consegna all'oste, beve d'un fiato il vino rosso e si alza con un ghigno...si allontana dal locale visibilmente soddisfatto senza curarsi di alcuni avventori che lo hanno udito proferire '...lunga ricerca...amici...'
    Marin Marte & MM Blacky Co.
    icq 324776720 - msn marinmarte@hotmail.it

  • #2
    Marin Marte

    ++Una lunga linea... formano le nuvole... al di fuori della Locanda. Uno scenario e un presagio. Sir Marin Marte sprona lento il suo sbuffante Destriero in direzione del legno d'attesa.

    +sollevando la gamba destra, volgendola verso le terga del fido Zaa, spinge la sinistra sulla staffa per far cadere il peso del corpo e dell'armatura sulla polvere antistante la Taverna...

    +toglie i guanti e con essi spolvera il ferro alla sua sinistra... si guarda intorno... solo una strana luna indica le zone circostanti... lo sguardo corre alla porta del riparo accogliente.

    +lega, non curante, il finale di una briglia al legno nudo corroso dal Tempo... fidandosi del Luogo e del suo Animale... Sale il gradino e apre la scricchiolante porta...

    ++un calore improvviso e soave investe il Cavaliere Del Destino.

    +avanza nella sala, toccando il mantello... saluta alcuni Avventori... lo sguardo va dietro al banco dove vede Ergo indaffarato con strofinacci e calici.

    +sposta il mantello dietro le spalle... il mantello nero. Alla sua sinistra... la sua spada. L'elsa sembra di pietra alla luce che attraversa le finestre della Taverna.

    +fa un cenno... Gli occhi di Ergo fanno trasparire una certa preoccupazione... ma lesto porta al solito tavolo (dove si è seduto) un calice d'argento finemente lavorato con intarsi in ebano e d'oro colmo di vino rosso. Il profumo del vino è inebriante.

    ++Invece di allontanarsi... fatto il suo... Ergo si china ai cospetti del Cavaliere e bisbiglia alcune parole. Poi si dilegua... quasi a non voler vedere l'espressione del Signore alla comunicazione di cui si è fatto Ambasciatore.

    ++Mille sono i Pensieri che avvolgono l'Uomo... Mille i Ricordi... Gli Amici e i Nemici...

    +Principe Normanno in Esilio per Terre sconosciute... "Fin Qui!" si lascia scappare con un fil di voce... Pone lo sguardo al calice che alzato porta alle labbra.

    +pensa...

    "Dove sono i Miei Prodi... Gli Amici di Mille Avventure...
    Dov'è Maeve con i suoi sferraglianti Gambali... e l'Amata Milady Calypso?
    Dove Il Perspicace Sir Ake e l'Arguto e Fidato Sir MadMartigan...
    E la Bella Marion?
    Dove la Commendatrice? L'Amica Demone...
    Raxar, Razor, Licippa... L'intrigante Viandante e il Sagace Montalcino...
    La Sensuale Splendida...

    Milady Princessen..."

    +... giù tutto di un fiato il nettare... posa il bicchiere... pensando anche ai Nemici.

    +si alza aggiustando la spada alla coscia e tirando dinuovo indietro il mantello affinchè non gli sia d'impiccio...

    "Che si faccia Riconoscere Ergo! --- Duro nell'espressione all'Oste --- Dovesse ricapitare da queste parti! Se è un Amico... Voglio la Sua Spada al Mio Fianco... Se un Mio nemico... la Sua Testa..."

    +si dirige verso la porta... con fare lento accompagnato dal tintinnio dell’elsa della spada che cozza sul giunto del cinturone borchiato, il volto è sereno... ma non sorridente.

    .....

    ++alla luce di quella strana luna... il Cavaliere scompare insieme al rumore degli zoccoli del fidato Zaa...
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    • #3
      Anonimo

      +vede giungere, entrare in taverna e quindi uscire Marin. L’ombra della catapecchia poco distante lo ha celato alla vista del maestro permettendogli di riconoscerlo al chiarore della luna.

      + Abbassa il cappuccio della pellegrina sugli occhi fino a celare quasi completamente il volto. Solo un lieve sorriso traspare sul volto barbuto dell’uomo…si avvia a rapidi passi alla taverna

      +entrato in taverna sfila tra i tavoli dove gli avventori sono intenti nelle loro conversazioni e si avvicina all’oste dicendogli: …”vino rosso robusto ed una pergamena. Veloce oste! Ho poco tempo”

      + si siede ad un tavolo dando le spalle al muro; mentre estrae dalla bisaccia una penna d’oca ed una boccetta di inchiostro; viene raggiunto da Ergo con quanto ordinato e si versa una coppa di vino mentre cerca di concentrarsi sulla pulita pergamena.

      +intinta la penna nell’inchiostro inizia a vergare con rapidità un messaggio. L’eccitazione non gli fa cogliere la presenza alle proprie spalle dell’oste, quando se ne avvede ha già vergato il seguente messaggio:

      “L’ho trovato finalmente! Anche se in passato l’ho incrociato solo per un paio di volte non posso sbagliarmi…il Maestro è qui! Fate in fretta..potrebbe sparire un’altra volta..
      K.”

      +fulmina con un’occhiata l’oste troppo zelante mentre nasconde lo scritto ai suoi occhi indiscreti, quindi si fruga in scarsella e, estratte alcune monete, paga Ergo, congedandolo bruscamente.
      Torna a scrivere una postilla:

      “P.S. M…il vino è eccellente ed anche l’aspetto della birra è invitante. Preparate il danaro, ci aspetta una solenne bevuta!”

      +svuota la coppa di vino d’un fiato quindi sigilla con della ceralacca la missiva che ripone prontamente nella propria bisaccia. Si alza dal tavolo e si avvicina ad Ergo dicendogli con tono tra il minaccioso ed il divertito:

      “Zitto oste…è una sorpresa da parte di vecchi amici…state zitto…non vorrete rovinarla, nevvero?”

      +solleva la mancina a guisa di silenzioso saluto verso l’oste, aprendo in tal modo il mantello e lasciando volutamente vedere l’elsa della basilarda, quindi si avvia verso l’uscita e si dilegua rapidamente tra le ombre della notte.
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      • #4
        Anonimo 2

        ++ Veloci son le chiacchiere a volare... piccolo il paese, pieno di ombre e di occhi che scrutan ogni anfratto... i rumori son sempre gli stessi.... come son sempre le stesse le dicerie... c'è chi dice di aver visto un vecchio amico... di lui è rimasta la leggenda, si narra che abbia combattuto nel segno dell'apocalisse quindi che abbia trovato le chiavi del destino, qui le sue tracce si perdon tra il mito e la leggenda... ora l'ombra s'avviene e serpenteggia nella campagna diretta alla locanda di Ergo

        + lesto ma cauto è il suo andare, come la nebbia un soffio d'alito scompare nelle ombre... lui nera ombra s'avvicina alla porta della locanda... la mano nodosa poggia sul battente liberando l'ingresso.... entra...

        "Oste" dice con il solito tono roco "son giunte a me delle voci" s'avvicina al bancone osservando il locandiere mentre il capo riman ben celato alla vista da un pesante cappuccio grigio fumo

        ++ il locandiere osserva... ha un tremito mentre riconosce la voce del losco individuo sente battere la spada celata dal mantello, ormai è vicino, giunto ormai al bancone Ergo velocemente dice "Si...hemm si c'è stato un qualcuno ma vi prego io non...." l'uomo ammantato alza la mano destra a fermar il suo parlare

        "bene" si volta "tornate pure alle vostre inutili faccende" ghigna maligno mentre serpeggiando tra tavoli e sedie si dirige verso la porta, il mantello accarezza l'aria mentre il tempo rimane come fermo.... ormai oltre la soglia di dilegua nell'ombra... ombra nell'ombra in una notte senza luna.......
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        • #5
          Marin Marte

          ++Le missive giungono con il battito delle ali... Un piccione si posa e si affaccia alla finestra del Maniero dei Cavalieri del Destino... sull'alta apertura che sovrasta lo scrittoio dove Marin Marte è concentrato nelle sue corrispondenze.

          ++Il sì piccolo... ma grande fardello legato alla zampa dell'animaletto viene svolto velocemente... osservato dal curioso sguardo del Cavaliere...

          ++l'istinto suggerisce una mano femminile dietro le parole vergate... gli occhi diagonalmente attraversano la pergamena per giungere alla firma... vista quest'ultima... risalgono per leggere, ancora più curiosi...

          ~~~~~~
          "Mio marito ha paura nel parlarVi. Ma a me confida le sue preoccupazioni, specie quando la sera si infila nel letto ubriaco.

          ...omissis...

          Vostri Amici potrebbero venirVi a trovare a presto. Forse sarebbe meglio che prepariate Carte e Permessi affinchè li accogliate con favore. Mi ha parlato di un sigillo impresso nella ceralacca di una certa missiva: una gran "K" lì troneggiava.
          Ma attento Messere, Altri hanno chiesto e indagato su di Voi."

          State in Guardia MyLord, il Vostro Bene mi sta a Cuore.

          Lady Marisa
          ~~~~~~

          +lascia che la minuscola pergamena si riattoli su sè stessa... ritornando alle sue carte con dei Nomi in mente... abituato ad attendere.

          Gdr Off
          il + significa che è l'autore in terza persona a scrivere - il ++ significa che è descrizione esterna (per chiarezza). Continua...................................
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          • #6
            Anonimo

            ++ la foresta appare tranquilla. Il buio ha spento il canto degli uccelli; un po’ di vento si impiglia tra le cime degli alberi, ma senza toccare il suolo e portando solo il profumo della menta selvatica

            +si allontana dal luogo ombroso da cui ha osservato per tutto il giorno il castello dei Cavalieri del Destino. Nessuno è entrato od uscito, ad esclusione di un uccello proveniente dal vicino villaggio…una rapida saetta che per un istante ha solcato il cielo prima di infilarsi in una finestra aperta sul tetto del castello

            +”Marin sà…” proferisce sottovoce mentre raggiunge il morello arabo poco distante cui ha fasciato gli zoccoli. Si inoltra nel sottobosco sempre più fitto fino a raggiungere una stretta pista. Finalmente toglie le bende agli zoccoli del cavallo e, montato in sella, prosegue al passo…

            ++ qualche goccia di pioggia cade sonora sul tetto che faggi e quercie intrecciano sulla testa del cavaliere. Una macchia dal terreno polveroso ed asciutto lo vede sostare e porre il campo….

            +avvolto dal pesante mantello consuma, ai piedi di un albero, un frugale pasto con della carne secca e del pane bianco, mentre le braci basse di un piccolo fuoco mandano esili bagliori. Il cavallo, impastoiato poco distante, bruca quieto…

            +caricata e posta al proprio fianco la piccola balestra manesca, si copre con un pesante cappuccio il capo e, in attesa che il leggero sonno cui è abituato sopraggiunga, ripercorre mentalmente le tappe dell’avventura che lo hanno portato fin lì…

            +osserva ancora un istante le fitte ombre che lo circondano ed il cavallo, quindi si sdraia per trascorrere la prima delle molte notti che dovranno passare prima che gli amici riescano a raggiungerlo
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            • #7
              Anonimo

              ++ la notte è tranquilla…la pioggia è cessata poco prima che la luna raggiungesse il punto più alto del suo percorso notturno…i soliti rumori della foresta hanno cullato il lieve sonno dell’uomo

              +si desta poco prima che inizi ad albeggiare ed in breve tempo smonta il campo. Riempite le bisacce del cavallo monta in sella e si avvia nuovamente in direzione del castello dei Cavalieri del Destino…

              ++un uomo percorre la via principale che attraversa il bosco e che dal villaggio porta verso il maniero e quindi prosegue verso le montagne. Questi regge una lanterna ed agita un bordone mentre incede

              +celato nel folto della macchia osserva l’uomo transitare per la via. Rimane silente mentre costui cammina brandendo il bastone quasi fosse una lama, a scacciare invisibili mostri…alla luce della lanterna che questi regge ne vede gli occhi sbarrati…folli…

              ++Il silenzio è rotto solo dalle parole smozzicate che l’uomo si lascia sfuggire mentre cammina…una lingua bizzarra, forse nordica, con molti suoni duri…lentamente la figura si allontana e si fa indistinta

              +ripreso il cammino giunge in vista del maniero…prima che possa smontare di sella il ponte levatoio del maniero si abbassa e ne esce al galoppo un cavaliere. E’ ammantato ed un ampio cappuccio ne nasconde le fattezze…pare vestito con abiti ordinari, ma il destriero è conosciuto…è il possente Zaa…

              +osserva la direzione presa dal cavaliere, quindi prende una pergamena e verga un breve messaggio per coloro che sta aspettando…

              “Un cavaliere ignoto sta cavalcando verso il Casato…probabilmente è lui! Lo seguo…troverò modo di farvi avere notizie…K.”

              +fissato il messaggio ad un albero con uno stiletto, incita il cavallo con un colpo di sperone lanciandolo al galoppo…ripreso il contatto visivo con il cavaliere rallenta la propria andatura per fare in modo da riuscire a seguirlo mantenendolo a distanza…

              ++il sole è prossimo al tramonto, la giornata serena anche se non eccessivamente calda è scivolata tranquilla. Due cavalieri, a distanza di una lega l’uno dall’altro, sono diretti alla porta principale del casato…entrano uno dopo l’altro mentre gli ultimi raggi del sole morente si riflettono con barbagli cremisi sullo specchio increspato del lago
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              • #8
                Marin Marte

                +intravede le quattro torri del Maniero dei Cavalieri Del Destino... rallenta il passo di Zaa...

                ++Il Maniero svetta al limite di una collinetta su un'Isola ghiacciata... non molto distante il freddo mare... Nel Mondo di Sosaria basta un attimo affinchè gli zoccoli della propria cavalcatura passino dall'erba rugiadosa e scaldata dal sole al freddo e scintillante ghiaccio...

                +sa che doveva farlo... ma la decisione è stata presa all'improvviso... ha passato due giorni e due notti per giungere e tornare (sperando) inosservato nel luogo che per molto ha visto amico... doveva sapere... prima di tutto... Chi.
                Il sigillo sulla ceralacca lo aveva incuriosito... E sellando il Destriero, alla partenza, non credeva che rispondesse al vero ciò che la sua mente pensava... l'Amico Kiros?

                "No... non poteva essere Lui... E' Persona errabonda... E' Persona che non rimane a lungo in un posto... nel suo sangue scorre l'Avventura."

                "Il Figlio del Grande Armaiolo e Notabile... il Conte ed esperto Alchimista... l'Amante devoto ed il Dongiovanni... Il Maestro D'Armi Che Nessuno Poteva Toccare, (Tanto che fu inciso sul Suo Stemma)..."

                "Agile e Robusto nella corporatura, basilarda, al fianco, di acciaio celtico e sempre pronto alla bevuta... e ora... Grande Arcere."

                +provò grande commozione quando lo vide entrare... entrare poi con un'altra Divisa. Provò vera Emozione quando seppe che Lui sapeva.

                +non ha mai dimenticato le sue strette di mano e i dialoghi di nascosto, in taverna o alle antiche torri... mai ha dimenticato la Divisa da Difensore Nero.. tanto da dare ad un Ramo dei Cavalieri Del Destino... lo stesso Nome.

                +non poteva di certo scordare quando in barca insieme si ritrovarono a difendere fanciulle da mostri marini... a combattere a suon di fendenti e montanti con la pesante armatura su una spiaggia perduta... e i duelli... in nome dell'Onore.

                +non avrebbe mai dimenticato quanto combattè... per mesi interi contro i Lords... affinché Kiros facesse parte dei Custodi delle Chiavi del Destino.

                "L'Amico e Fedele Kiros"

                +sorridendo e col Cuore pieno... volge lo sguardo al sorgere del Sole sulla bianca Dagger Isle.
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                • #9
                  Kiros

                  ++Un uomo percorre a cavallo la via principale…il sole è prossimo al tramonto ed una polvere rossa è alzata dal vento.
                  Le guardie che pattugliano gli ingressi lo fermano e ne registrano l’ingresso…

                  +Entra nel villaggio e si dirige alla Locanda di Marin. Cavalca tranquillo ed a capo scoperto per le vie che in precedenza ha esplorato in incognito…Giunto di fronte alla locanda, scende e lega il proprio cavallo, quindi entra…

                  +si avvicina al banco dove donna Marisa sta asciugando dei calici. Ergo sbuca dal retro e non riesce a trattenere un’espressione sorpresa quando Kiros chiede ospitalità per sé ed un posto in stalla per la sua cavalcatura

                  ++l’uomo si siede ad un tavolo vicino all’ingresso…L’oste gli serve del pane, del formaggio ed una caraffa di birra ambrata…si ferma in prossimità del tavolo quasi ad invitare l’ospite a scambiare due parole

                  +sorride ad Ergo e lo invita a sedersi, quindi gli dice: “Mio caro Ergo…mi avete tradito…ed avete fatto bene! Marin si è insospettito ed io ho potuto incontrarlo mentre si aggirava in incognito nel luogo che per molto tempo ha visto le sue gesta. Credo che qualcuno lo abbia riconosciuto…certamente alcuni amici verranno a trovarlo qui…”

                  ++l’oste pare sollevato e, dopo aver chiesto del vino alla moglie, si siede al tavolo di Kiros e gli dice sottovoce: “Credo che non arriveranno solo gli amici…un’ombra è comparsa pochi giorni fa ed ha chiesto di Marin….metteva i brividi…”

                  +sbotta in una risata dopo aver udito la descrizione di M. fatta da Ergo, quindi, ridacchiando e scuotendo il capo, rassicura Ergo sulla vera natura di quell’uomo dall’aspetto tanto inquietante

                  +chiede ad Ergo di portargli il necessario per scrivere una missiva a Marin. Mentre verga il messaggio, annuncia ad Ergo di tenersi pronto ad ospitare con tutti gli onori gli amici che nei prossimi giorni giungeranno, quindi domanda ad Ergo quali siano le regole che governano la landa ove si trova, se vi sia necessità di salvacondotti per poterla visitare ed a chi richiederli…Sigilla la pergamena e la affida ad Ergo perché la faccia recapitare il più in fretta possibile

                  ++la notte è calata da tempo…l’uomo al tavolo sbadiglia e, dopo essersi stiracchiato, si alza e segue Ergo al piano superiore. Paga l’oste congedandolo, entra in camera e si butta esausto sul pagliericcio…
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                  • #10
                    Marin Marte

                    ++Due Missive allo stesso Piccione... vanno nello stesso Luogo... due rotoletti di carta, di cui uno libero dal laccio e l'altro decisamente sigillato... Su quest'ultimo vergate le parole: "Alla Bontà di Sir Kiros"

                    +tira a sè Zaa... lancia il piccione e ne osserva per un pò il suo andare... poi lo sguardo si perde per le vallate sconosciute che gli appaiono dinanzi agli occhi.

                    +con la sua idea in mente, da un leggero colpo di speroni... incamminandosi per lande verdi e pericolose... il castello lontano.

                    ++L'utile volatile giunge alla sua destinazione... una malsana gabbietta nel retro della Locanda del Gufo. Lesto, ma non precipitoso, al verso dell'uccello, Ergo va a veder di che si tratta... forse più per prendere una boccata d'aria che altro.

                    ++Ergo guarda i rotolini e va subito allo slacciato.

                    ~~~~
                    Mi affido a Voi...

                    Cavalieri di Grande Importanza e Oscure Forze del Male... giungeranno per combattere insieme.
                    Date Asilo e Cibo... Il primo protetto e caldo il secondo buono e abbondante.

                    Non abbiate Timore alcuno...

                    Lord Marin Marte
                    ~~~~

                    ++Goffa l'espressione di Ergo alla lettura... ma se lo aspettava. Corre a leggere con lo sguardo la vergatura del secondo rotolino. "Per Sir Kiros..." dice... poi sente delle urla e corre (stavolta con le gambe) verso il banco.

                    ++Si sa il Destino... la seconda piccola pergamena cade a terra in un normal trambusto da Locanda. Ma non è schiacciato... no no... è subito ripreso da Lady Marisa, che letto il destinatario, è presa da una sua celata mania... una sua fobia... (di molto normale a pensarci bene, per il carattere di Lady Marisa)...

                    ++Lady Marisa non potè resistere a quella striscetta di nastro rosso e tantomeno al suo nodo... Doveva liberare la povera carta di pecora. Ma una volta sciolto, non potè fare a meno di leggerne il contenuto...

                    ~~~~
                    Amico Kiros,

                    Ho bisogno del Vostro Arco. Obiettivi da Compiere. Una Nuova Avventura sta cominciando.

                    MM CLC
                    ~~~~

                    ++Lady Marisa, rifatto il nodino, pone la missiva nella sua scollatura... lo darà a Sir Kinos quando verrà. Si avvia verso la sala sbraitando verso qualcuno che aveva fatto cadere una caraffa di vino.
                    Marin Marte & MM Blacky Co.
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                    • #11
                      Gdr Off
                      mancavano dei post…li riprendo io (sempre a puntate) sperando che Marin sia ancora in ‘zona’
                      Gdr On
                      *******************************

                      Straniera

                      ++ Il mare geme e si infrange sotto la finestra. Il vento sferza le mura e le felci che spuntano dalle crepe stormano e frusciano. Il sentiero che porta alla villa della donna, sale su un fianco della valle, con il torrente che scorre infondo incassato sulla sinistra e sulla destra vi sono pendii erbosi interrotti da ghiaioni che si inerpicano bruscamente fino alle rocce che ornano la montagna. L’erba è ancora scolorita dall’inverno, ma in mezzo ai mucchietti di cenere delle felci, spuntano, di un verde brillante le foglie delle campanule. Da qualche parte gli agnelli belano.

                      + seduta nel suo studio osserva pensierosa il balcone che da sulla scogliera. Nel silenzio della stanza, colma dell’odore del vento salmastro e delle grida dei gabbiani.

                      ++ sotto il muro della torre i gabbiani nuotano nel vento lanciando grida roche, e molto più in basso ai piedi della nera scogliera, il mare si infrange spumeggiando. Ed è in quel momento che la donna ode il suono sordo del bussare di qualcuno, alla porta principale della sua casa.

                      + si alza e tende l’orecchio attendendo che il servo apra la porta, e cercando quindi di capire chi e cosa porti quel qualcuno alla sua dimora.

                      ++ un venticello da ovest si insinua tra gli spalti merlati e da sotto la finestre, facendo agitare le fiamme nel camino, che dinvengono così bluastre intorno ai ceppi di betulla…

                      + apre la porta dello studio e cerca di capire chi sia entrato. Ora, nell’udir delle voci, avanza sul pianerottolo, la luce proveniente dallo studio la segue con il bagliore delle fiamme e delle ombre. La donna ha ora le mani sul saliscendi delle scale, quando intravede qualcuno e ode delle voci in quel silenzio, provenienti dall’ingresso.
                      Ed è allora che scorge la figura abbondante di un messaggero e se anche confusa dalla poca luce, riesce ad intuire che l’uomo consegna al servo una missiva. Quindi la donna ritorna nello studio attendendo che le venga recapitato il messaggio. “ forse”…pensa…” e’ cio’ che attendevo” sussurra flebile al fuoco.

                      + in mano ora tiene un calice contenente del buon vino rosso, nervosa la donna fa ondeggiare il liquido color cremisi che riempie per metà il calice. Finalmente l’oggetto della sua curiosità è fra le sue mani, precedentemente portatale dal servo, che senza dir nulla se non un timido "permesso"....l'aveva appoggiata sulla scrivania della donna.

                      + apre ora lentamente la missiva riconoscendo immediatamente la K impressa sulla cerca lacca. Il braccio che tiene il calice di vino è appoggiato sul bracciolo della poltrona sul quale è seduta, mentre l'altra mano, leggermente tremante per l'ansia, tiene la missiva. La donna riversa le sue iridi verdi dorate su di essa, leggendola.

                      + rimane ora in silenzio guardando torva il fuoco e dando dei leggeri colpetti, con il piede, al cane che sbadiglia, poi, per il piacere e appiattisce le orecchie osservando con occhi docili la donna.

                      + posa il pugno chiuso accanto alla lettera di Kiros e si appoggia ora alla poltrona, sorseggiando il vino e lasciando lo sguardo rivolto verso il basso ma senza osservare nulla in particolare.
                      Si alza poi dalla poltrona lasciandosi andare alle emozioni che tumultuose le sconvolgono l'animo, rabbia, rancore,allegria euforia, si danno velocemente il cambio nei pensieri della donna. Lascia poi cadere il calice dalle dita intorpidite, che cade ai suoi piedi andando in mille pezzi..."no! Non è vero!" Esclama a fatica dalla gola secca, quelle parole che echeggiano nel silenzio dello studio.

                      + l'ondata di rossore si è ora smorzata lasciando il viso della donna, se possibile, ancor più pallido di prima.

                      ++ i ceppi nel fuoco non ardono più e formano nel camino una grotta incandescente di cristalli che brillano in un globo di fuoco.

                      + decide di partire immediatatemente, e mentre il servo delle scuderie le sta preparando il fedele cavallo dal nero mantello, lei prepara la sua borsa da viaggio, lasciandosi accarezzare dai ricordi, e pensando al futuro incerto in cui gli eventi si susseguono veloci divorando le ore e i giorni.

                      ++ il vento è caduto come per miracolo allontanando con un ultimo soffio le nuvole che all'improvviso si dileguano vinte. E mentre l'ultima nuvola si dilegua, fluttuando davanti al vento d'occidente come una vela gonfia, sulla scia sfavillante in mezzo allo scintillio delle stelle piu' piccole, or si leva la grande stella che arde fissa ad oriente. Mentre lenta si sta levando in alto sopra il promontorio una luna pallida e ancora un po' velata.

                      + coprendosi con il mantello cavalca nella notte varcando i cancelli e sospirando, percorre il sentiero che la porterà nel luogo indicato sulla missiva. Ondeggia il mantello sferzato dal vento del galoppo, mentre luccica prepotente il fermaglio che lo tiene legato alla spalla della donna. Argentei sono i ricami del mantello che ornano i bordi del cappuccio, e del mantello, e che a tratti riflettono e catturano la luce flebile della luna.

                      ++ il territorio al di là del fiume è meno boscoso, alcuni alberi comunque crescono in abbondanza e fitti, da nascondere un piccolo gruppo d'assalto o di briganti. Il terreno, poi, si alza liscio e nudo in un'altura arrotondata rotta da rocce grigie e segnato da cespugli di biancospino e ginestrone, il cui profumo viene diffuso dal leggero vento nel luogo, addolcendo, forse, la cavalcata. E dopo ore, mentre una meteora attraversa il cielo da un capo all'altro la donna varca i cancelli del luogo sconosciuto, rallentando l'andatura del cavallo percorre le vie piu' illuminate cercando la taverna menzionata nella missiva.

                      ++ la Luna orla il tetto del palazzo dei nobili, quando la viandante scorge la taverna e quindi, ferma il cavallo tirando le redini verso di se, per poi scendere con un balzo deciso e legando il cavallo, si avvicina alla locanda.

                      + allunga la mano esitando per qualche istante. forse attendendo qualche minuto di troppo, ecco che la porta si spalanca all'improvviso, ne esce un uomo dalla corporatura robusta che imprecando verso qualcuno nella locanda, va a sbattere contro la lady che stenta a mantenere l'equilibrio. Decide di allungare la mano verso lo stipite della porta, cercando un appoggio solido evitando così una rovinosa caduta. L'uomo sgarbato e dal fetente odore del vino misto a birra o altri alcolici si allontana.

                      + ora entra timorosa ed osserva l'interno della locanda, assicurandosi di aver ben celato il viso dal cappuccio. Cerca con lo sguardo qualcuno percorrendo l'interno della taverna. Riconosce l'oste, Ergo, ed ora sicura di essere nel luogo esatto indicato dalla lettera cerca un posto appartato nel quale sedersi. Osserva mentre avanza fra i tavoli gli ubriachi i viandanti, e chi gioca a carte arrabbiandosi per qualche carta vincente di troppo. Infastidita dal troppo vociferare o forse ancora confusa, ma sicuramente stanca dopo la lunga cavalcata, si siede ad un tavolo leggermente piu' in ombra degli altri nel cui piano sfavilla uan candela quasi terminata. Ed ora nell'ombra del luogo e del cappuccio lo sguardo indaga fra i visi dei presenti cercando quello di MarinMarte.

                      ++ Ergo si avvicina alla donna scrutandone le fattezze e le mani riconoscendo l'anello che la donna porta al dito nel quale un rubino spicca per il suo naturale color rosso. Ergo ne osserva ora il marchio, un drago inciso in oro sullo stesso rubino. Lo sguardo ora si fa vigile attendo, quasi impaurito, mentre attende l'ordinazione della donna.

                      " Buon uomo" [camuffando leggermente la voce]potreste portarmi un calice di vino rosso ed indicarmi cortesemente se nel luogo vi è un cavalire il cui nome è MarinMarte, vi ringrazio [allungando alcune monete d'oro sul tavolo] per la gentilezza. [attenendendo la risposta dell'uomo per poi bloccarlo con un gesto della mano destra] scusatemi cerco anche una camera per questa notte...

                      "Milady [sicuro di aver riconosciuto quell'anello..ma spaesato dai gentil modi della donna]...il cavaliere di cui mi avete chiesto il nome non è qui in questo momento [abbassando la voce e avvicinandosi al viso della donna per non farsi udire da alcuno]...ho delle camere libere se volete fermarvi qui per la notte vi indico la strada [raccogliendo veloce le monete per infilarle nella tasca interna del grembiule]

                      "grazie" [annuendo all'uomo per poi alzarsi e seguirlo verso le camere]

                      + mentre passa nuovamente fra i tavoli da un'ultima occhiata agli avventori ma poi sopraffata dalla stanchezza segue il veloce passo del locandiere per svanire oltre una tenda e poi seguendo le scale fino a giungere alla camera a lei destinata.

                      + si addormenta mentre osserva le stelle e il turbinio dei pensieri si confondono con la stanchezza del viaggio, rivelando alcune immagini forse visioni create dal continuo e incessante lavoro della mente.

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                      • #12
                        A.
                        + accenna ad un lieve sorriso quando gli zoccoli del destriero smuovono polvere d'innanzi la Locanda, il capo chino si volta appena e i chiari occhi, socchiusi volgono verso l'uscio.

                        I ricordi di antichi fasti e nefandezze suscitano inevitabilmente un tenue sorriso che si fa strada sul volto seminascosto senza tuttavia sconfinare nell'eccesso.

                        + lascia che Nero prosegua la sua strada mentre lo sguardo torna a fissare il nulla nell'attesa paziente della meta, nella sua mente le voci della comparsa di un cavaliere errante faranno compagnia al suo lungo pellegrinare insieme alla sua genialità sconsiderata che la notizia porta con se.

                        "Buona fortuna compagno di battaglia, a te il destino della nuova impresa che ti accingi a intraprendere, stavolta non sarò al tuo fianco" proferisce sussurrando.

                        + continua la sua marcia e la sua immagine lentamente si fa indistinta con la complicità della coltre di polvere che la brezza solleva dietro di lui.

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                        • #13
                          Kiros

                          + rientrato nel villaggio, dopo il lungo giro di perlustrazione che lo ha tenuto lontano per alcuni giorni, si dirige verso la Locanda di Marin. Sono visibili sul suo volto i segni della stanchezza, mentre scende da cavallo ed affida il suo animale al garzone di Ergo dopo aver tolto la bisaccia dalla sella

                          ++la notte è fresca e serena…una magnifica Piccola Luna offusca, con il suo splendore, tutti gli astri…anche i più brillanti. L’uomo inspira profondamente l’aria profumata di caprifoglio prima di avviarsi lentamente verso l’ingresso della locanda

                          +scavalca un villico che dorme russando in mezzo alla via…arriccia infastidito il naso mentre supera l’ubriaco…lo degna solo di una rapida occhiata, quindi raggiunge la porta della locanda, la apre ed entra..

                          +appena entrato posa il suo sguardo sugli avventori…scuote il capo mentre mormora tra sé: “ubriachi, giocatori, tagliagole…ancora nessuno mi ha raggiunto...”. Mentre avanza nella locanda la sua attenzione è attratta dal bagliore sanguigno di un anello che una Dama porta al dito

                          ++La Dama, i cui lineamenti sono celati dall’ampio cappuccio, segue Ergo al piano superiore mentre Donna Marisa, avvicinatasi frettolosamente a Kiros, estrae dall’ampia scollatura del proprio corpetto un messaggio chiuso con un nastro e glielo porge sorridendo.

                          +prende dalla mani di Donna Marisa il messaggio seguendo con lo sguardo la Dama ammantata…
                          Sciolto rapidamente il nodo che chiudeva la missiva, la srotola e la legge…si sofferma a lungo sulla firma, rileggendola a mezza voce più volte e con emozione crescente: “MM CLC!…”

                          +chiede a donna Marisa l’occorrente per scrivere e che gli serva un pasto. Raggiunto un tavolo libero scosta una sedia e vi si siede. Dopo breve tempo viene raggiunto dalla moglie dell’oste che poggia sul tavolo un piatto di capretto arrosto e del vino rosso. Una pergamena, penna, inchiostro gli vengono poi consegnati direttamente nelle sue mani

                          +scostati il cibo ed il vino, inizia subito a scrivere una risposta, quindi arrotola la pergamena e la chiude utilizzando il nastro della missiva di Marin. La affida ad Ergo pregandolo di consegnarla personalmente. Sull’esterno della pergamena è vergato: ‘Per MM DM CLC’

                          +mangia con appetito il capretto arrosto, quindi, terminato il suo vino, si alza dalla sedia e chiama Ergo affinché questi gli apra una delle camere…prende il suo bagaglio e lo segue al piano superiore.

                          ++la Piccola Luna, ormai al suo zenit, accarezza con dita argentate il villaggio addormentato, ammantando con colori innaturali ogni cosa…un ubriaco, sdraiato in mezzo alla via, si riscuote con un brivido e si avvia barcollante verso la propria casa, accompagnato dal solo rumore dei suoi passi strascicati

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                          • #14
                            Straniera

                            ++Ergo entra nella stanza tenendo in mano una torcia la cui luce tremolante si insinua nella camera, facendo dissolvere il cielo della sera, sempre piu' scuro al di là delle sue stelle. Ergo, mentre parla descrivendo la stanza alla donna, si sposta per la stanza, sfiorando con la fiamma una lampada dopo l'altra, finche la stanza si illuminò...

                            + stanca dopo la cavalcata e per reazione intorpidita osserva la stanza nell'ombra del cappuccio mentre ascolta le parole dell'uomo...

                            "milady, questa è la miglior stanza che abbiamo, come potete vedere c'è il terrazzo, le lenzuola sono fresche [con timore riverenziale verso la donna si commiata uscendo dalla stanza]..se avete bisogno sapete dove trovarmi, vi faccio portare qualcosa da mangiare. [chiude la porta rimettendo la torcia nel suo braccio di ferro sulla parete del corridoio e si incammina verso il piano inferiore, pensando di conoscere bene l'anello che porta al dito la donna, ma scuotendo il capo, forse a scacciar la paura che l'evocazione dei ricordi prepotentemente si insinuano nella testa dell'uomo]

                            + osserva la camera, il forte odore della mobilia vecchia e consumate le pizzica il naso, ma la stanchezza del viaggio non le permette di lamentarsi...quindi avanza verso una sedia accanto al letto e vi sistema le sue cose con cura....

                            ++L'odore acre della resina che brucia nelle lampade si propaga velocemente, mentre le fiamme si agitano leggere carezzando l'aria...
                            Si puo' notare sullo scrittoio l'occorente per scrivere, mentre un quadro, raffigurante una scena di caccia e apppeso sopra il camino. pare prender vita mentre le ombre si mescolano alla luce della candela accesa sopra la scrivania.

                            + avanza ora verso il letto, mentre gli occhi faticano a rimaner a parti, sopraffatti dalla stanchezza del viaggio...la mano destra si porta sul fermaglio che tiene legato il mantello, quindi lo sgancia. Abassa ora il cappuccio sulle spalle rivelando il viso nella quiete di quella stanza semibuia e deserta. I lunghi capelli roseo-dorati le scendono oscillando lungo le spalle, come un manto di seta,che va ad ornare la schiena della donna. Un cerchietto d'oro bianco spicca fra i capelli della donna, e nel quale scintillano, alla luce fioca delle lampade, alcuni quarzi citrini, e le perle argentee-latte forse provenienti dai laghi del nord. La dama passa la mano aperta fra i capelli sistemandoli lisciandoli con eleganza..Ora scrollando le spalle, si toglie il mantello piegandolo con cura ed adagiandolo sullo schienale della sedia accanto al letto...Volge il capo verso la finestra...mentre gli occhi verde-dorati osservano il buio oltre i vetri, la mano sinistra si va ad appoggiare sulla pediera del letto.indossa una lunga veste dalla stoffa sottile di color nera, ricamata in argento...

                            ++Bussano alla porta una donna annuncia di voler servire la cena...

                            "avanti" [enuncia mentre rimane a fissare la finestra come assorbita dal quel buio nel quale per ogni essere umano è difficile scorgere qualcosa o qualcuno+

                            ++Donna Marisa fa il suo ingresso nella camera portando un vassoio nel quale vi sono adagiate alcune cibarie coperte...e una brocca di metallo i cui intarsi dorati spiccano sul metallo scuro del recipiente.

                            + rimane immobile nella posizione assunta poco prima dell'udir il bussare alla porta...conosce bene la donna che sta entrando...

                            " Ecco [entrando curiosa la donna cerca di scorgere il viso della dama] Vi ho portato la cena, milady, spero sia di vostro gradimento..[mentre avanza nella camera posa lo sguardo sul viso della donna, sussultando nel riconoscerne i lineamenti delicati]...Voi....[con voce tremante mentre il vino contenuto nella brocca oscillando trabocca rovesciando alcune gocce sulla tovaglia candida poggiata sul vassoi] Credevo...[bloccandosi di colpo senza proseguire la frase, e pallida, lascia il vassoio sul tavolo]

                            " andate ora e non rivelate a nessuno cio' che avete appena scoperto...o sapete bene, che a cosa incorra, colui che mi tradisce, non serve che io vi rammenti nulla. [con tono sicura quasi gioiendo della paura letta negli occhi della locandiera]..Grazie [indicando la cena]"

                            ++ La locandiera annuisce pallida portandosi istintivamente la mano al collo e massaggiandoselo...poi esce chiudendo la porta.

                            + si porta davanti al tavolo osservando il vassoio e senza sfiorare le pietanze si versa un calice di vino, portandolo vicino alle narici annussandolo "ottimo"...sussurra poi dimenticandosi all'apparenza di quanto appena accaduto con la locandiera. Con il calice in mano si porta davanti alla finestra spalando la porta..ed uscendo poi nel terrazzo...

                            ++ La città è poco più di un mucchio di case e botteghe ai piedi di un grande dirupo. In passato, probabilmente, sorgeva tutta la fortezza ma adesso le case si pigiano disordinatamente tra le pareti rocciose e il fiume.La luna che rischiara a tratti la città, sfidando le ombre della notte, illumina due ponti uno dei quali, quello pesante di legno posato su dei piloni di pietra su cui passa la strada principale che porta alla città.
                            L'altro ponte è stretto, e tavolato che sbuca su un ripido sentiero dal quale si arriva alla porta laterale.

                            + poggia una mano sulla balaustra di marmo del terrazzo, mentre con l'altra sorseggia amabilmente il calice di vino, saggiandone piccoli sorsi per assaporane per intero la fragranza...

                            ++ silenzio aria immota e la calma della solitudine tirano un velo, palpabile come la nebbia, tra le tensioni della giornata e la tranquillità della notte. Nessuna visione si impresse nel buio, e nella mente della donna. Il profilo della luna, sopra un boschetto di olmi rivela la notte buia e argentea.Gli alberi si intravedono appena avvolti dalla nebbia, e sotto di loro l'acqua del lago lambisce il greto di ciottoli spianati. L'aria odora di acqua di giunchi e di fango calpestato, e attraverso tutto questo, fievole e lontanissimo ma pungente come il sale sulla lingua, l'alitare della marea, sul punto di rifluire dopo essere giunta faticamente al suo limite. Un uccelo emette un grido roco, schizzando l'acqua da qualche parte,invisibile.

                            + si lascia illuminare dalla luce della luna, che le scivola adosso, facendo di lei una cosa d'argento d'ombra, illuminando le belle linee della tempia e dello zigomo, della gola e del seno...ed in quel momento ode i passi di qualcuno nel corridoio...ma troppo distante dalla porta per poter andar a vedere di chi si tratti...rimane in silenzio, socchiudendo gli occhi ed ascoltando la notte...

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