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11 settembre

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  • 11 settembre

    salve a tutti, spero di aver fatto il trhead nella sezione giusta.

    Sto cercando dei siti riguardanti le varie teorie sull'attentato dell' 11 settembre alle torri gemelle. non è che avete qualche link da passarmi che io nn ne trovo ;_;


    Grazie a tutti

  • #2
    http://www.luogocomune.net/site/modules/911/

    poi c'è un video in rete che si chiama loosechange second edition e ora anche giulietto chiesa (insieme al gruppo megachip)sta lavorando a un'altro documentario probabilmente + approfondito

    ma sicuramente c'è anche altra roba online

    ------------------------------------------------------------------------------------------------------------

    aggiungo il link al sito del lavoro di chiesa e megachip

    http://www.zerofilm.it/
    Ultima modifica di MarcomeX; 25-02-2007, 19:00.
    La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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    • #3
      Guardati il film Fahrenheit 9-11 se vuoi sapere come sono andate realmente le cose, dato che in tv vige la censura per le vicende scomode..

      "Che l'attuale Presidente degli Stati Uniti, George.W. Bush, avesse vinto le ultime elezioni presidenziali in maniera non proprio limpidissima, lo sapevamo. Ma non sapevamo che molte migliaia di elettori - in gran parte afro-americani - fossero stati privati, in Florida, del loro diritto di voto. Che Bush e la sua famiglia avesse rapporti di affari con la famiglia Bin Laden, era noto. Ma che gestissero congiuntamente società di costruzioni di armi, lo ignoravamo. Che il Presidente degli Stati Uniti - e la sua amministrazione - avessero sottovalutato il pericolo di un attacco terrorista alla vigilia dell'11 settembre era risaputo. Ma che addirittura avessero ignorato un eloquente rapporto dell'Fbi che parlava di un imminente attacco su larga scala sul territorio americano, è una sorpresa. Che Bush avesse tratto giovamento dall'attacco alle torri gemelle instaurando un clima di paura e terrore tra gli americani era sotto gli occhi di tutti. Ma del fatto che poi decurtasse del 40% i fondi per la sicurezza nazionale e che facesse sorvegliare la costa dell'Oregon (150 km!) da un solo poliziotto, francamente eravamo all'oscuro.
      Questo è uno dei pregi del cinema di Michael Moore: andare al di là della superficie dei fatti, approfondendo l'analisi del suo ragionamento fino al dettaglio - apparentemente più insignificante - capace, però, di incastonarsi con precisione svizzera, come la rotellina più minuscola di un oliato meccanismo. Un cinema che fa del montaggio la sua cifra stilistica essenziale e del commento il filo conduttore di una storia che parte dalla festa di Al Gore per un'elezione che poi non ci fu ("... e se fosse solo un sogno" la chiosa iniziale) fino al dolore disperato di una madre che ha perso suo figlio in Iraq ("Ci ha fatto venire qui per niente, mamma" scrive nella sua ultima lettera). Un viaggio che racconta la carriera di una rampante rampollo di una ricca famiglia di petrolieri che gioca a fare il presidente della Nazione più potente del mondo. Dei suoi sorrisi finti che odorano di cerone, delle sue frasi fatte espresse ad arte per far ridere un cenacolo di giullari ossequianti. È un cinema che dà notizie quello di Michael Moore e che graffia. Ma non lo fa con gli artigli dell'offesa o degli slogan preconfezionati. Le sue armi sono una lucida ironia (terribilmente irresistibile quando chiede ai membri del Congresso di firmare il modulo per far arruolare i propri figli nei Marines...) e le informazioni circostanziate dalle quali scaturiscono domande le cui risposte sconcertano per la loro cruda semplicità.
      Ma quello dell'autore di "Bowling a Columbine" è anche un cinema fatto di facce e di sguardi: quello ottuso del Presidente, con un libro per bambini in mano (era in visita in una scuola elementare e leggeva "La mia capretta") quando gli comunicano che le due torri sono state attaccate; il profilo da pescecane dei suoi amministratori adusi al potere; lo sguardo allucinato dei soldati in Irak che ascoltano musica a tutto volume durante le cariche con i carri armati; l'espressione irreale della gente che assiste alla caduta delle torri; gli occhi laceri dei bambini di Baghdad; i lineamenti straziati dal dolore dei familiari che si vedono recapitare l'ultima busta paga del figlio soldato con lo stipendio decurtato perché è andato a morire cinque giorni prima del giorno di paga...
      È anche la faccia di Michael Moore - il rotondo ovale che potrebbe avere il nostro fornaio di fiducia o il nostro giornalaio - che alla fine del film cita Orwell e ci dice che la guerra è solo uno strumento per il mantenimento dello stato dello cose.
      Giuseppe Tomasi di Lampedusa insegna."

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      • #4
        Originariamente inviato da koala
        Guardati il film Fahrenheit 9-11 se vuoi sapere come sono andate realmente le cose, dato che in tv vige la censura per le vicende scomode..
        vero anche questo è un buon documento

        cmq non vedo l'ora di vedere il nuovo film di megachip che a quanto ho capito sarà molto serio e molto ben documentato

        speriamo serva a qualcosa...
        La vista delle condizioni dell'Isola intera senza distinzione di provincie, ispira un profondo sconforto. L'animo prova una continua vicenda di sdegno e di pietà verso i vari elementi che vanno cozzandosi ciecamente in quella disperata confusione, prova uno smarrirsi e un confondersi di tutti quei criterii e concetti di buon governo che nelle università e nei libri si è imparato a ritenere per sicuri, e un dubbio doloroso che tutti quei principii di giustizia e di libertà, nei quali si era abituati a credere quasi come in una religione, non siano altro che discorsi bene architettati per coprir magagne che l'Italia è incapace di curare, una vernice per lustrare i cadaveri.

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        • #5
          Quel film è na boiata...
          dello stesso regista guardate "columbine",
          quello si ke è scioccante

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          • #6
            Originariamente inviato da koala
            ...
            .

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