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Sono 16.000 le specie a rischio di estinzione secondo l’attesa “Red List” appena pubblicata dall’Unione internazionale per la conservazione della natura. Secondo l’organizzazione, che ha sede in Svizzera, l’incremento rispetto al 2004, anno del precedente rapporto, sarebbe di 500 specie, sulle 40.000 prese in considerazione. La distruzione degli habitat da parte dell’uomo, com’è facile immaginare, viene indicata come la principale causa del problema.
"La perdita di biodiversità – ha spiegato Achim Steiner, direttore generale dell’IUCN – sta accelerando, invece che diminuire come tutti si auspicano. Le implicazioni di questo trend per la produttività e la capacità di ripresa degli ecosistemi e per le persone che li abitano sono enormi"
Tra le specie particolarmente minacciate secondo la Red List vi è, per esempio, l’orso polare, messo in pericolo dallo scioglimento della calotta artica. Secondo le stime, nei prossimi 45 anni la popolazione potrebbe ridursi di un terzo. La guerra e la caccia indiscriminata sono invece i fattori che hanno avuto il maggior impatto sulla popolazione degli ippopotami, crollata addirittura del 95 per cento nel Congo.
"I conflitti regionali e l’instabilità politica hanno generato grande sofferenza presso le popolazioni di alcune zone dell’Africa. E l’impatto sulla fauna selvatica è stato altrettanto devastante", ha commentato Jeffrey McNeely dello IUCN.
Per saperne di più visitare QUESTO SITO
lescienze.it (3 Maggio 2006)
"La perdita di biodiversità – ha spiegato Achim Steiner, direttore generale dell’IUCN – sta accelerando, invece che diminuire come tutti si auspicano. Le implicazioni di questo trend per la produttività e la capacità di ripresa degli ecosistemi e per le persone che li abitano sono enormi"
Tra le specie particolarmente minacciate secondo la Red List vi è, per esempio, l’orso polare, messo in pericolo dallo scioglimento della calotta artica. Secondo le stime, nei prossimi 45 anni la popolazione potrebbe ridursi di un terzo. La guerra e la caccia indiscriminata sono invece i fattori che hanno avuto il maggior impatto sulla popolazione degli ippopotami, crollata addirittura del 95 per cento nel Congo.
"I conflitti regionali e l’instabilità politica hanno generato grande sofferenza presso le popolazioni di alcune zone dell’Africa. E l’impatto sulla fauna selvatica è stato altrettanto devastante", ha commentato Jeffrey McNeely dello IUCN.
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lescienze.it (3 Maggio 2006)