Non buttiamo i vecchi PC
Lo sviluppo informatico ha raggiunto ritmi frenetici. Sempre più spesso computer ancora funzionanti vengono sostituiti da macchine più veloci e sofisticate.
Anche in Svizzera c'è chi ha iniziato ad allungare la vita degli ordinatori attraverso una gestione più efficiente del software con grandi vantaggi economici, ambientali e sociali.
Se negli anni settanta un computer aveva una vita media di 10 anni, oggi essa si è ridotta a 3-4 anni al massimo. Le grandi multinazionali dell'informatica, per soddisfare le richieste dei consumatori, immettono sul mercato programmi sempre più sofisticati, modelli più efficienti, meno ingombranti e dal design più raffinato.
La tecnologia informatica viene così sostituita in tempi sempre più brevi aumentando a dismisura la mole di rifiuti elettrici ed elettronici (e-waste) e il conseguente problema del loro smaltimento.
Per contrastare il consumismo informatico sono nate numerose iniziative di trashware, una pratica il cui obiettivo è recuperare vecchi PC e distribuirli a categorie sociali che non possono permettersi l'acquisto di computer nuovi.
[...]
Hardware e software in continua rincorsa
I computer che finiscono nelle discariche sono, molto spesso, macchine ancora funzionanti. Ciò che le rende vecchie e apparentemente non più utilizzabili è la loro inadeguatezza con i nuovi software.
Infatti, tra la macchina e le istruzioni necessarie a farla funzionare si crea un circolo vizioso: ogni nuovo software applicativo è progettato per un determinato hardware ma non per i precedenti, cosicché per accedere alle nuove funzioni di un sistema si è costretti a sostituire anche la macchina.
Software non ottimizzati e inutilmente sofisticati costringono l'utente medio, che ha bisogno di semplici programmi di scrittura, calcolo, navigazione in internet e grafica, all'acquisto di macchine più potenti sulle quali, molto spesso, svolge le stesse funzioni di 10 anni fa.
articolo completo su swissinfo.org
Lo sviluppo informatico ha raggiunto ritmi frenetici. Sempre più spesso computer ancora funzionanti vengono sostituiti da macchine più veloci e sofisticate.
Anche in Svizzera c'è chi ha iniziato ad allungare la vita degli ordinatori attraverso una gestione più efficiente del software con grandi vantaggi economici, ambientali e sociali.
Se negli anni settanta un computer aveva una vita media di 10 anni, oggi essa si è ridotta a 3-4 anni al massimo. Le grandi multinazionali dell'informatica, per soddisfare le richieste dei consumatori, immettono sul mercato programmi sempre più sofisticati, modelli più efficienti, meno ingombranti e dal design più raffinato.
La tecnologia informatica viene così sostituita in tempi sempre più brevi aumentando a dismisura la mole di rifiuti elettrici ed elettronici (e-waste) e il conseguente problema del loro smaltimento.
Per contrastare il consumismo informatico sono nate numerose iniziative di trashware, una pratica il cui obiettivo è recuperare vecchi PC e distribuirli a categorie sociali che non possono permettersi l'acquisto di computer nuovi.
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Hardware e software in continua rincorsa
I computer che finiscono nelle discariche sono, molto spesso, macchine ancora funzionanti. Ciò che le rende vecchie e apparentemente non più utilizzabili è la loro inadeguatezza con i nuovi software.
Infatti, tra la macchina e le istruzioni necessarie a farla funzionare si crea un circolo vizioso: ogni nuovo software applicativo è progettato per un determinato hardware ma non per i precedenti, cosicché per accedere alle nuove funzioni di un sistema si è costretti a sostituire anche la macchina.
Software non ottimizzati e inutilmente sofisticati costringono l'utente medio, che ha bisogno di semplici programmi di scrittura, calcolo, navigazione in internet e grafica, all'acquisto di macchine più potenti sulle quali, molto spesso, svolge le stesse funzioni di 10 anni fa.
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