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-Astronomia- Un lago di ghiaccio sotto la superficie di Marte

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  • -Astronomia- Un lago di ghiaccio sotto la superficie di Marte

    I risultati della prima scansione al di sotto della superficie di Marte, effettuata in luglio mediante lo strumento italiano MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding),



    a bordo della sonda Mars Express dell'ESA in orbita attorno al pianeta, hanno mostrato quello che gli scienziati ritengono essere un cratere d'impatto, largo fino a 250 chilometri e sepolto circa 2 chilometri al di sotto della superficie.
    Il bacino sarebbe, almeno in parte, riempito da un materiale ricco di ghiaccio. Si tratta di una scoperta sorprendente, perché il lago si trova in una regione relativamente temperata, chiamata Chryse Planitia, a latitudini medie. In questa regione non è mai stato osservato ghiaccio in superficie. La scoperta di altri crateri sepolti di questo tipo potrebbe consentire di rivelare qual era l'aspetto di Marte miliardi di anni fa, prima che essi venissero ricoperti dalla polvere o dalla lava.
    "Le frequenze osservate - spiega Giovanni Picardi dell'Università di Roma "La Sapienza", principale investigatore di MARSIS - sono compatibili con quelle del ghiaccio". Potrebbe anche trattarsi di un altro materiale, ancora sconosciuto, ma i dati strumentali sono tali da rendere poco probabile questa eventualità.
    MARSIS ha anche analizzato i depositi di ghiaccio nei pressi del polo nord del pianeta, scoprendo che sono spessi circa 1,8 chilometri. Secondo Jeff Plaut, membro del team di MARSIS presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, in California, alla base di questo strato c'è qualche probabilità di trovare acqua allo stato liquido. Il radar, però, finora non ne ha individuata.
    Lo strumento agisce inviando onde radio che penetrano la superficie di Marte e vengono riflesse da strati di materiali differenti. La forza e il ritardo degli echi possono consentire agli scienziati di localizzare i depositi di ghiaccio ed eventualmente di acqua. I risultati sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa a Parigi e in un articolo pubblicato il primo novembre sulla rivista "Science".
    Raffaele Lepore
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