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[Background] Epaxia

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  • [Background] Epaxia

    La stanza non veniva pulita da diverso tempo.
    Un tizio dall'aria poco raccomandabile la fissava attraverso i capelli verdi senza proferir parola.

    Lei alzo' lo sguardo e inizio' a parlare di colpo; un fiume in piena, con gli occhi pieni di rabbia e il cuore pieno di paura.

    "Epaxia non e' il mio vero nome.
    Il mio vero nome non lo ricordo piu'.
    Pero' e' cosi' che mi chiamava la gente quando ero piccola... o almeno credo... e allora a quel giovanotto che mi chiese come mi chiamassi, ho risposto -Epaxia-.

    Non ho mai saputo far nulla, per quanto abbia tentato, per quanto mi sia impegnata, in qualsiasi posto di lavoro rispettabile ho sempre combinato qualche grosso danno, cosi', puntualmente, venivo cacciata.

    Iniziai percio' a vagare, contando per sopravvivere sulla bonta' di quelli che incontravo sul mio cammino, e per non pensare alla mia miseria cantavo.
    Un giorno, cercando la via di casa, mi ritrovai alle porte di una citta' mai vista, sembrava un posto tranquillo ed io ero molto stanca.
    La guardia all'ingresso mi disse che il nome della citta' era Radek.

    A quei tempi, a forza di cantare, avevo affinato la voce e racimolavo qualche pasto intrattenendo gli avventori delle taverne e, se mi andava bene, potevo perfino convincere qualche stalliere a darmi un posto dove trascorrere la notte.
    Si, una stalla, va bene... ma sempre meglio che all'aperto, sopratutto quando piove! Poi gli animali ti tengono al caldo, d'inverno credimi che e' una bella comodita'!

    Dopo qualche giorno mi sono decisa, a malincuore, di lasciare la citta'; perche' come potrai immaginare non si puo' chiedere aiuto sempre alle stesse persone, ogni giorno, per sempre.

    Quelli dopo un po' si stufano e ti mandano al diavolo, non importa se canti le loro lodi... *ride*

    Fatto sta che oggi avrei fatto la mia ultima apparizione alla taverna.
    Il sole era alto sulla mia testa e quando sono entrata nel locale c'erano solo 2 guardie che smontavano dal loro turno e un giovanotto un po' brillo: il garzone del fabbro a giudicare dallo sporco e dalle ustioni.
    Ho pensato subito che mi sarebbe andata male, ma avevo bisogno di sfogare la nostalgia che provavo all'idea di dover partire.

    Devo dire che e' stata la mia migliore esibizione quella, avresti dovuto esserci!
    Mentre intonavo le ultime note pensavo che ero proprio sfortunata, perche' con una canzone come quella avrei potuto racimolare forse anche qualche moneta da clienti piu' benestanti di quelli presenti.

    Mentre stavo per uscire, pronta ad incamminarmi a stomaco vuoto, mi si e' avvicinato il giovanotto e mi ha chiesto quale fosse il mio nome.

    Non era mai successo, di solito la gente mi tiene lontana per via della puzza, sai... la stalla...
    Beh, comunque ho pensato di rispondergli, ho sperato in un po' di cibo, ma dopo poco invece quello mi ha bloccata... aveva brutte intenzioni, te lo dico io!
    Fortuna che una delle due guardie e' venuta ad aiutarmi... e mi ha portata qui.

    Ecco, questa e' la mia storia.


    ...ma tu chi saresti scusa?"

    C'č sempre qualcosa di definitivo e irreparabile in un viaggio,
    e quando si torna, non si torna mai davvero nello stesso posto.
    Emerald[RDK]
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