ero stato informato dalla Guardia che nella notte, e senza nessun rumore apparente qualcosa si era materializzato sulla nostra Isola.
Poco fuori dalla banca, sulla sabbia dorata della costa di ponente si ergeva un portale nero e minaccioso......
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Perlomeno pareva trattarsi di un portale, anche se nessuno era in grado di entrarci e di attraversarlo.
Forse allora non era poi un portale, oppure, ed era il mio più grande timore, poteva trattarsi di una porta preparata non per fare entrare qualcuno, ma bensi per farlo uscire!
Se così era, allora Magincia ed i suoi abitanti erano in grave pericolo, perchè non potevamo immaginare chi o che cosa sarebbe potuto uscire da li.
Nel frattempo un messaggio recapitato da un falco ammaestrato mi giungeva dall'Isola di Moonglow, dove i nostri alleati MeF avevano riscontrato la presenza di un portale identico: per la prima volta ero titubante, non sapevo che fare ed avevo la sensazione che il tempo mi sarebbe sfuggito di mano.
Infatti non ce ne volle molto: sul fare del tramonto tutti gli uomini validi erano radunati nel cortile dell'Accademia Templare, impugnavamo le armi e tenevamo a freno le cavalcature che parevano molto nervose.
Poi tutto successe in fretta: udimmo squillare le trombe delle sentinelle, e ci precipitammo fuori, cavalcando verso il portale maledetto, da cui come formiche che sciamavano dal formicaio uscivano cavalieri scuri e mai visti prima, che attaccavano chiunque si muovesse nei paraggi.
Già alcuni soldati di guardia erano caduti, ci organizzammo circondando la porta nera e bersagliando le figure che continuavano ad uscire, sembrava un fiume di melma, di lava, uno dopo l'altro uscivano, atatccavano gridando, morivano sotto alle nostre frecce o trafitti dalle nostre spade, o fulminati dagli incantesimi dei nostri migliori incantatori.
Non so quanto tempo passammo così, a combattere strada per strada, ed a tentare di ricacciare indietro gli assalitori.
Poi, quando ormai le nostre forze si stavano indebolendo notammo che si andavano formando delle crepe nel portale, sembrava si stesse sgretolando: fu allora che con il coraggio della disperazione iniziammo ad attaccare la porta stessa, colpendola con le mazze ferrate, usando pozioni solforose, finchè parve sbriciolarsi, e ne uscirono due ultimi assalitori, molto più potenti dei precedenti, e padroni di arti magiche oscure.
Forse poteva essere la fine, ma non cedemmo, ed isolandoli uno dall'altro, dividendoci in due gruppi, riuscimmo ad averne ragione.
Il pericolo era stato scacciato, eravamo vivi e Magincia aveva resistito....ma cosa ne era di Moonglow?
Se eravamo stati attaccati noi, anche loro avrebbero potuto aver subito il nostro stesso destino.... con questo cupo pensiero lasciai la cavalcatura nelle stalle, tolsi l'armatura e mi sdraiai su un tavolaccio del dormitorio comune, sperando di riprendere le forze, e magari di riuscire anche a chiudere occhio.
Mentre mi rigiravo continuamente senza riuscire a prendere sonno, udii dei passi frettolosi, balzai in piedi e mi afafcciai alla porta della cella: un soldato veniva verso di me con una piccola pergamena in mano, legata con un nastro arancio, il colore dei MeF.
Presi la pergamena con il cuore in gola, tolsi il nastro e la srotolai: alla luce della torcia lessi soltanto poche righe, ma che mi riempirono di felicità, ed un sorriso, il primo da moltissime ore, mi si stampò in volto:
Divina Zoe: i nostri alleati avevano subito la nostra stessa sorte, e pure senza il nostro aiuto avevano tenuto testa al nemico!
Ero al settimo cielo: l'indomani all'alba sarei salpato immediatamente, Boromir doveva raccontarmi tutto, e non stavo nella pelle dal desiderio di consocere ogni dettaglio.
Le trame di Destino erano state spezzate, dagli Zoe a Magincia, dai MeF a Moonglow, e a Zoe piacendo la pace sulle nostre terre sembrava tornare, per quel tanto che sarebbe durata.
Non Nobis
Poco fuori dalla banca, sulla sabbia dorata della costa di ponente si ergeva un portale nero e minaccioso......
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Perlomeno pareva trattarsi di un portale, anche se nessuno era in grado di entrarci e di attraversarlo.
Forse allora non era poi un portale, oppure, ed era il mio più grande timore, poteva trattarsi di una porta preparata non per fare entrare qualcuno, ma bensi per farlo uscire!
Se così era, allora Magincia ed i suoi abitanti erano in grave pericolo, perchè non potevamo immaginare chi o che cosa sarebbe potuto uscire da li.
Nel frattempo un messaggio recapitato da un falco ammaestrato mi giungeva dall'Isola di Moonglow, dove i nostri alleati MeF avevano riscontrato la presenza di un portale identico: per la prima volta ero titubante, non sapevo che fare ed avevo la sensazione che il tempo mi sarebbe sfuggito di mano.
Infatti non ce ne volle molto: sul fare del tramonto tutti gli uomini validi erano radunati nel cortile dell'Accademia Templare, impugnavamo le armi e tenevamo a freno le cavalcature che parevano molto nervose.
Poi tutto successe in fretta: udimmo squillare le trombe delle sentinelle, e ci precipitammo fuori, cavalcando verso il portale maledetto, da cui come formiche che sciamavano dal formicaio uscivano cavalieri scuri e mai visti prima, che attaccavano chiunque si muovesse nei paraggi.
Già alcuni soldati di guardia erano caduti, ci organizzammo circondando la porta nera e bersagliando le figure che continuavano ad uscire, sembrava un fiume di melma, di lava, uno dopo l'altro uscivano, atatccavano gridando, morivano sotto alle nostre frecce o trafitti dalle nostre spade, o fulminati dagli incantesimi dei nostri migliori incantatori.
Non so quanto tempo passammo così, a combattere strada per strada, ed a tentare di ricacciare indietro gli assalitori.
Poi, quando ormai le nostre forze si stavano indebolendo notammo che si andavano formando delle crepe nel portale, sembrava si stesse sgretolando: fu allora che con il coraggio della disperazione iniziammo ad attaccare la porta stessa, colpendola con le mazze ferrate, usando pozioni solforose, finchè parve sbriciolarsi, e ne uscirono due ultimi assalitori, molto più potenti dei precedenti, e padroni di arti magiche oscure.
Forse poteva essere la fine, ma non cedemmo, ed isolandoli uno dall'altro, dividendoci in due gruppi, riuscimmo ad averne ragione.
Il pericolo era stato scacciato, eravamo vivi e Magincia aveva resistito....ma cosa ne era di Moonglow?
Se eravamo stati attaccati noi, anche loro avrebbero potuto aver subito il nostro stesso destino.... con questo cupo pensiero lasciai la cavalcatura nelle stalle, tolsi l'armatura e mi sdraiai su un tavolaccio del dormitorio comune, sperando di riprendere le forze, e magari di riuscire anche a chiudere occhio.
Mentre mi rigiravo continuamente senza riuscire a prendere sonno, udii dei passi frettolosi, balzai in piedi e mi afafcciai alla porta della cella: un soldato veniva verso di me con una piccola pergamena in mano, legata con un nastro arancio, il colore dei MeF.
Presi la pergamena con il cuore in gola, tolsi il nastro e la srotolai: alla luce della torcia lessi soltanto poche righe, ma che mi riempirono di felicità, ed un sorriso, il primo da moltissime ore, mi si stampò in volto:
"Argo: amico ed alleato: come temevamo l'attacco è stato sferrato, avevi ragione.
Ma Moonglow ha resistito, siamo salvi e stiamo bene.
Un fraterno abbraccio.
Boromir
Ma Moonglow ha resistito, siamo salvi e stiamo bene.
Un fraterno abbraccio.
Boromir
Divina Zoe: i nostri alleati avevano subito la nostra stessa sorte, e pure senza il nostro aiuto avevano tenuto testa al nemico!
Ero al settimo cielo: l'indomani all'alba sarei salpato immediatamente, Boromir doveva raccontarmi tutto, e non stavo nella pelle dal desiderio di consocere ogni dettaglio.
Le trame di Destino erano state spezzate, dagli Zoe a Magincia, dai MeF a Moonglow, e a Zoe piacendo la pace sulle nostre terre sembrava tornare, per quel tanto che sarebbe durata.
Non Nobis
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