Preambolo:
Era stata una giornata piuttosto lunga e ora, mentre guardava il tramonto che scendeva sul villaggio innevato di Asgard, Eriol si mise a riflettere sugli avvenimenti che stavano accadendo sul continente: odio e follia dilagavano in tutta Sosaria e anche se per il momento c’erano ancora luoghi immuni a tutto ciò, Eriol temeva che non sarebbero durati a lungo.
Percepiva però una speranza per il futuro: in quel mondo sull’orlo della distruzione, c’era ancora chi pensava all’amore, a sposarsi e a mettere al mondo la futura generazione.
I suoi pensieri passarono alla figlia Olimpya e ai vari pretendenti che gli avevano chiesto il permesso di corteggiarla e lui aveva sempre risposto che erano liberi di farlo, ma che ovviamente sarebbe stata lei a decidere se sposarsi o meno.
Capiva inoltre la reticenza della figlia: era stata cresciuta come guerriera per sua stessa scelta, aveva sempre combattuto al fianco degli uomini e probabilmente vedeva nel matrimonio una negazione di ciò che era diventata.
Ciononostante a Eriol sarebbe piaciuto avere dei nipoti a cui tramandare le storie del passato e a cui affidare il futuro.
Decise di fare un ultimo tentativo, non poteva obbligarla a sposarsi, ma una “spintarella” qui e una lì, forse avrebbero avuto qualche effetto.
Si diresse verso la camera che la figlia occupava nella fortezza di Asgard e aprì la porta: dentro c’era Olimpya che si stava cambiando…
“ma che?” Eriol si immobilizzò pietrificato, aveva sempre pensato che certe cose non succedessero nella realtà.
Olimpya lo vide e lo salutò come fosse niente << Ciao pa’ >>
“ciao pa’??” Eriol fece un passo indietro e chiuse la porta della stanza con forza.
<< Oli! Quante volte ti ho detto di chiudere a chiave quando ti stai svestendo! E se fosse entrato qualcun altro? >> le urlò da fuori la camera.
<< Dai pa’! Non fare il permaloso! Me ne sono dimenticata; e tanto stasera non c’è nessuno. Dicevano che andavano a sfidare i Templari in una gara di bevute che l’ultima volta non è finita.. >>
“gara di bevute? Santo cielo! Spero almeno che non finiscano a mangiare i funghi come l’altra volta…” il pensiero di quei funghi gli fece venire un brivido.
<< Non cambiare discorso! È il principio ad essere sbagliato! Se ti stai svestendo chiudi a chiave! Sei una ragazza dopotutto! >>
<< Pa’ non vorrai mica dire che inizi a vedermi come la donna che sono, vero? Sono bella? >> a Olimpya piaceva tediare il padre in questo modo e non perdeva occasione; era diventata molto bella, ancora se la ricordava bambina quando aveva iniziato a muovere incerta i primi passi e da quel tempo era cresciuta molto, fin troppo, ma non poteva certo dirglielo.
“Non abboccare; non abboccare che sennò non la smetterà fino a domani”
<< Comunque stavo pensando a quand’eri piccola… >>
<< Pa’ non sarà ancora un discorso sul matrimonio, sui nipoti che vorresti vedere prima di morire… >>
“Azz… ho sbagliato in partenza. Vabbè; ho fatto 30, facciamo 31!”
<< No. Stavo solo pensando che quando eri piccola ti piaceva molto assistere ai tornei; ricordi? Ti portavo con me sul palco a salutare il Re e la Regina >>
<< Si. Ricordo; e allora?>>
<< Nulla… solo che è da quando è morto il Re che non è più stato tenuto un torneo. Che ne pensi? >>
<< Che è una buona idea. È da un po’ che non duello come si deve. Comunque puoi entrare pa’. Sono vestita >>
Quella passione per la battaglia, per lo scontro, che aveva sua figlia preoccupava Eriol, ma dopotutto non era così anomalo per chi era cresciuto combattendo. Entrò e questa volta la trovò in vestaglia pronta per andare a dormire.
<< Veramente non dovresti combattere, ma assistere. Vorrei che facessi da Madrina >>
Sul volto della figlia Eriol vide comparire lo sguardo perplesso che aveva ereditato dalla madre: quelle due capivano subito quando stava progettando qualcosa.
<< Ora ti spiego >> si affrettò a dire << Se tu facessi da Madrina del torneo, parteciperebbero molte più persone non credi? Molti vorranno farsi belli di fronte a te e noi potremmo offrir loro il “palco” di cui hanno bisogno. Inoltre metterò io stesso in palio dei ricchi premi per i migliori. Cosa mi dici? >>
Olimpya continuò a scrutarlo per almeno altri dieci secondi, alla ricerca di un segnale di allarme, prima di rispondere.
<< Se mi prometti che non dovrò sposare il vincitore, ok >>
<< Ma certo! Non ti obbligherei mai a sposarti in questo modo >>
“Ma se ti dovessi innamorare di uno dei contendenti…”
<< Allora Buona Notte bambina mia >>
<< Notte pa’ >>
Eriol uscì dalla stanza e si diresse verso il suo studio. Vi entrò e si chiuse la porta dietro.
<< E questa è fatto. Ora non resta che preparare una missiva da far appendere in tutte le città di Sosaria >>
Prese pergamena e calamaio e iniziò a scrivere.
A tutti i valorosi guerrieri, maghi e avventurieri di Sosaria
Vi comunico che è stato indetto un Torneo a cui tutti potrete partecipare
Madrina del Torneo sarà la bella Olimpya
Il Torneo sarà composto da più eventi in cui potrete misurarvi al pieno delle vostre capacità
Il primo scontro sarà alle Idi di questo mese
Vi aspettiamo numerosi.
Eriol of Camelot, Guardiano di Amberyl
Vi comunico che è stato indetto un Torneo a cui tutti potrete partecipare
Madrina del Torneo sarà la bella Olimpya
Il Torneo sarà composto da più eventi in cui potrete misurarvi al pieno delle vostre capacità
Il primo scontro sarà alle Idi di questo mese
Vi aspettiamo numerosi.
Eriol of Camelot, Guardiano di Amberyl
Prese un’altra pergamena, intinse di nuovo la piuma e si mise a scrivere un’altra missiva.
Per il Torneo che aveva in mente gli sarebbe servito il Suo aiuto. Kamael il Dragoniere
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