Sentii un rumore assordante provenire dal laboratorio dei crafter di Gilda, e data l'ora tarda non doveva esserci nessuno impegnato al lavoro.
Richiusi il diario che stavo scrivendo, presi un lume ed uscii dal mio piccolo studio.
Amo scrivere la notte, quandi si ode soltanto lo sciacquio delle onde infrangersi sulla spiaggia di Magincia, e la brezza di ponente spira dalle finestre aperte.
Entrai nella sala, ma sulle prime non mi parve di scorgere niente di strano: gli attrezzi disposti ordinatamente sui tavoli, la legna accatastata negli angoli e le casse che contenevano i materiali grezzi pronti per essere lavorati.
Certo la luce della candela era fioca, ed i miei occhi faticavano a scorgere i dettagli nella penombra, quando ad un tratto udii un sospiro provenire da sotto un bancone di legno li vicino.
Mi avvicinai e scorsi un paio di scarponi sporgere da sotto il tavolo, mi avvicinai e chinandomi intravidi la sagoma di Mastro Ozer, che con un sorriso beato stava dormendo raggomitolato sul pavimento di legno.
L'odore del Grog era piuttosto intenso, e capii che il mio buon amico aveva sicuramente trascorso qualche ora in piacevole compagnia di molti e molti bicchieri della micidiale bevanda....
Presi una balla di cotone da una pila accatastata e la posai sotto al capo di Ozer, coprendolo con il suo mantello che giaceva li accanto.
Ozer mormorò una frase smozzicata, a cui seguì un rutto poderoso, poi si addormentò pesantemente e sempre con il suo sorriso migliore stampato in viso.
"Riposa amico mio, domani mi racconterai della tua serata" pensai, ed uscii chiudendo la porta alle spalle.
L'indomani di buon ora lo squillo del corno segnava l'inizio di una nuova giornata, ed i Cavalieri Templari riprendevano ciascuno le proprie faccende, chi ad allenarsi, chi al lavoro nei campi o nelle stalle, chi di guardia sulle mura o per le vie della città.
Passai dalla mensa per mangiare un boccone, e poi uscii per recarmi al Tempio, dove avrei recitato le mie preghiere quotidiane: il sole stava sorgendo ad est e si preannunciava una bellissima giornata.
Poco distante dall'Accademia udii un rumore furioso di accetta, e nel bosco scorsi la sagoma di Mastro Ozer che menava fendenti agli alberi indifesi.
Una piccola catasta di legna ai suoi piedi cresceva a vista d'occhio: "Buon giorno Ozer, già al lavoro?" dissi, e lui si voltò sorridendo, si fermò per un momento e ricambiò il saluto: "salve Maestro!" disse, e poi riprese il suo frenetico lavoro d'ascia.
Mi avvicinai, estrassi la pipa e la accesi, poi aspirando una boccata di fumo gli chiesi: "Mastro, questa notte mi è parso di udire alcuni rumori nel magazzino... ne sai niente?"
Ozer sferrò un colpo micidiale incastrando la lama in profondità del tronco, e tutto rosso per la fatica scosse la testa in segno di diniego, poi iniziò a fare leva per togliere la lama dal taglio.
Allora sempre più divertito ripresi: "Eppure ci devono essere dei topi, ho sentito un tremendo fracasso verso l'ora terza e sono sceso a controllare: sicuro che non ci siano dei topi?"
Ozer si fermò, ed asciugandosi il sudore mi disse soltanto: "Sono stato a trovare dei vecchi compagni a Buccaner's Den...."
Allora scoppiai in una risata, e dandogli una pacca sulle larghe spalle gli dissi:"Ecco perchè eri così ubriaco da non reggerti nemmeno in piedi!"
Ozer arrossì, ma non per lo sforzo, e fece per pronunciare una qualche parola di scusa,ma io lo fermai con una mano e gli chiesi. "E che novità ci porti da Buccaner's Den? i tavernieri sono ancora così cordiali?"
Ozer annuì sorridendo, ed io gli tesi il sacchetto dell'erbapipa, sedendomi su un tronco: lui sedette accanto a me e per un pò restammo in silenzio, fumando le nostre pipe ed assaporando la luce del mattino che spuntava inondando le verdi sponde di Magincia, ascoltando il canto degli uccelli ed osservando l'orizzonte lontano e al di la del mare.
"Sai Mastro che a volte mi mancano quei momenti?", dissi io quasi senza pensarci, "quando eravamo al servizio di Harker, e quando veleggiavamo sulla Smoking Queen?".
"Eravamo tutti più giovani, ci sembrava di poter prendere tutto quello che ci piaceva, sempre senza chiedere e senza ringraziare: erano tempi in un certo senso memorabili, anche se tremendi!".
E che bevute Maestro, disse Ozer di rimando!
Già dissi io, che serate splendide in compagnia della musica, degli amici, del grog e delle carte, che risse micidiali... eppure ora siamo Servi di Zoe, la nostra condotta è di molto cambiata: forse non ho più nemmeno l'età per una vita così dissoluta.
Però maestro, disse Ozer, Voi vi state troppo sacrificando, non avete mai un momento libero, non vi concedete nemmeno un'ora di svago... come potete sopportare così la fatica?
Certo, mi piacerebbe ritrovare l'atmosfera di un tempo, poter passare qualche momento in compagnia di amici semplicemente per la gioia di stare con loro, risposi io.
Fu così che realizzazi che forse il regime militare dell'Accademia avrebbe dovuto contemplare magari anche la possibilità di svagarsi ogni tanto.
Credo che Zoe non se la prenderebbe se trovassimo anche un momento di svago tra i mille impegni di una vita dedicata al suo servizio.
Io avrei un'idea, disse Mastro Ozer: ricordate ai tempi della guerra contro gli Order per via del rapimento di Helen, quando ci nascondemmo in quella vecchia taverna fuori Britain, la vecchia taverna del Lama Nero?
Ricordavo perfettamente quella costruzione: fu a suo tempo una Locanda che tutti conoscevano, enorme, accogliente e sempre piena di vita, un luogo dove anche i nemici giurati si ritrovavano per sonore bevute, per giocare a carte o assistere a spettacoli di arte varia: era anche un luogo di riposo per i viandanti che prendevano la via delll'Ovest e scendevano a Britain per affari.
Vi si incontrava gente di ogni razza e di ogni fede, ed era un luogo neutrale dove chiunque poteva trovare rifugio.
Ora quella costruzione giace abbandonata, e forse Lord British potrebbe concedercela in affitto: Ozer che ne diresti di riaprire quella taverna?
Ozer sembrò perplesso, ma poi un ampio sorriso gli allargò il viso, forse pensando al grog ed alla birra che avrebbe ricominciato a scorrere sui tavoli ora impolverati e segnati dal tempo.
Annuì vigorosamente, allora alzandomi spensi la pipa e decisi che avrei mandato una missiva quel giorno stesso, al Buon Lord di Britannia, per chiedere in concessione la vecchia taverna.
La trasformeremo in un luogo dove tutti, non solo i Templari, potranno trovare riposo, ed amicizia: speriamo che il vecchio Lord ci voglia accordare questo piccolo favore.
Salutai Ozer, e mi diressi verso le mie faccende fischiettando una vecchia canzone di taverna... poi mi vennero in mente le parole della canzone, e sentii le orecchie riscaldarsi: devo essere arrossito.... che Zoe mi perdoni!
Strinsi due nodi del cilicio, e proseguii sui miei passi.
Richiusi il diario che stavo scrivendo, presi un lume ed uscii dal mio piccolo studio.
Amo scrivere la notte, quandi si ode soltanto lo sciacquio delle onde infrangersi sulla spiaggia di Magincia, e la brezza di ponente spira dalle finestre aperte.
Entrai nella sala, ma sulle prime non mi parve di scorgere niente di strano: gli attrezzi disposti ordinatamente sui tavoli, la legna accatastata negli angoli e le casse che contenevano i materiali grezzi pronti per essere lavorati.
Certo la luce della candela era fioca, ed i miei occhi faticavano a scorgere i dettagli nella penombra, quando ad un tratto udii un sospiro provenire da sotto un bancone di legno li vicino.
Mi avvicinai e scorsi un paio di scarponi sporgere da sotto il tavolo, mi avvicinai e chinandomi intravidi la sagoma di Mastro Ozer, che con un sorriso beato stava dormendo raggomitolato sul pavimento di legno.
L'odore del Grog era piuttosto intenso, e capii che il mio buon amico aveva sicuramente trascorso qualche ora in piacevole compagnia di molti e molti bicchieri della micidiale bevanda....
Presi una balla di cotone da una pila accatastata e la posai sotto al capo di Ozer, coprendolo con il suo mantello che giaceva li accanto.
Ozer mormorò una frase smozzicata, a cui seguì un rutto poderoso, poi si addormentò pesantemente e sempre con il suo sorriso migliore stampato in viso.
"Riposa amico mio, domani mi racconterai della tua serata" pensai, ed uscii chiudendo la porta alle spalle.
L'indomani di buon ora lo squillo del corno segnava l'inizio di una nuova giornata, ed i Cavalieri Templari riprendevano ciascuno le proprie faccende, chi ad allenarsi, chi al lavoro nei campi o nelle stalle, chi di guardia sulle mura o per le vie della città.
Passai dalla mensa per mangiare un boccone, e poi uscii per recarmi al Tempio, dove avrei recitato le mie preghiere quotidiane: il sole stava sorgendo ad est e si preannunciava una bellissima giornata.
Poco distante dall'Accademia udii un rumore furioso di accetta, e nel bosco scorsi la sagoma di Mastro Ozer che menava fendenti agli alberi indifesi.
Una piccola catasta di legna ai suoi piedi cresceva a vista d'occhio: "Buon giorno Ozer, già al lavoro?" dissi, e lui si voltò sorridendo, si fermò per un momento e ricambiò il saluto: "salve Maestro!" disse, e poi riprese il suo frenetico lavoro d'ascia.
Mi avvicinai, estrassi la pipa e la accesi, poi aspirando una boccata di fumo gli chiesi: "Mastro, questa notte mi è parso di udire alcuni rumori nel magazzino... ne sai niente?"
Ozer sferrò un colpo micidiale incastrando la lama in profondità del tronco, e tutto rosso per la fatica scosse la testa in segno di diniego, poi iniziò a fare leva per togliere la lama dal taglio.
Allora sempre più divertito ripresi: "Eppure ci devono essere dei topi, ho sentito un tremendo fracasso verso l'ora terza e sono sceso a controllare: sicuro che non ci siano dei topi?"
Ozer si fermò, ed asciugandosi il sudore mi disse soltanto: "Sono stato a trovare dei vecchi compagni a Buccaner's Den...."
Allora scoppiai in una risata, e dandogli una pacca sulle larghe spalle gli dissi:"Ecco perchè eri così ubriaco da non reggerti nemmeno in piedi!"
Ozer arrossì, ma non per lo sforzo, e fece per pronunciare una qualche parola di scusa,ma io lo fermai con una mano e gli chiesi. "E che novità ci porti da Buccaner's Den? i tavernieri sono ancora così cordiali?"
Ozer annuì sorridendo, ed io gli tesi il sacchetto dell'erbapipa, sedendomi su un tronco: lui sedette accanto a me e per un pò restammo in silenzio, fumando le nostre pipe ed assaporando la luce del mattino che spuntava inondando le verdi sponde di Magincia, ascoltando il canto degli uccelli ed osservando l'orizzonte lontano e al di la del mare.
"Sai Mastro che a volte mi mancano quei momenti?", dissi io quasi senza pensarci, "quando eravamo al servizio di Harker, e quando veleggiavamo sulla Smoking Queen?".
"Eravamo tutti più giovani, ci sembrava di poter prendere tutto quello che ci piaceva, sempre senza chiedere e senza ringraziare: erano tempi in un certo senso memorabili, anche se tremendi!".
E che bevute Maestro, disse Ozer di rimando!
Già dissi io, che serate splendide in compagnia della musica, degli amici, del grog e delle carte, che risse micidiali... eppure ora siamo Servi di Zoe, la nostra condotta è di molto cambiata: forse non ho più nemmeno l'età per una vita così dissoluta.
Però maestro, disse Ozer, Voi vi state troppo sacrificando, non avete mai un momento libero, non vi concedete nemmeno un'ora di svago... come potete sopportare così la fatica?
Certo, mi piacerebbe ritrovare l'atmosfera di un tempo, poter passare qualche momento in compagnia di amici semplicemente per la gioia di stare con loro, risposi io.
Fu così che realizzazi che forse il regime militare dell'Accademia avrebbe dovuto contemplare magari anche la possibilità di svagarsi ogni tanto.
Credo che Zoe non se la prenderebbe se trovassimo anche un momento di svago tra i mille impegni di una vita dedicata al suo servizio.
Io avrei un'idea, disse Mastro Ozer: ricordate ai tempi della guerra contro gli Order per via del rapimento di Helen, quando ci nascondemmo in quella vecchia taverna fuori Britain, la vecchia taverna del Lama Nero?
Ricordavo perfettamente quella costruzione: fu a suo tempo una Locanda che tutti conoscevano, enorme, accogliente e sempre piena di vita, un luogo dove anche i nemici giurati si ritrovavano per sonore bevute, per giocare a carte o assistere a spettacoli di arte varia: era anche un luogo di riposo per i viandanti che prendevano la via delll'Ovest e scendevano a Britain per affari.
Vi si incontrava gente di ogni razza e di ogni fede, ed era un luogo neutrale dove chiunque poteva trovare rifugio.
Ora quella costruzione giace abbandonata, e forse Lord British potrebbe concedercela in affitto: Ozer che ne diresti di riaprire quella taverna?
Ozer sembrò perplesso, ma poi un ampio sorriso gli allargò il viso, forse pensando al grog ed alla birra che avrebbe ricominciato a scorrere sui tavoli ora impolverati e segnati dal tempo.
Annuì vigorosamente, allora alzandomi spensi la pipa e decisi che avrei mandato una missiva quel giorno stesso, al Buon Lord di Britannia, per chiedere in concessione la vecchia taverna.
La trasformeremo in un luogo dove tutti, non solo i Templari, potranno trovare riposo, ed amicizia: speriamo che il vecchio Lord ci voglia accordare questo piccolo favore.
Salutai Ozer, e mi diressi verso le mie faccende fischiettando una vecchia canzone di taverna... poi mi vennero in mente le parole della canzone, e sentii le orecchie riscaldarsi: devo essere arrossito.... che Zoe mi perdoni!
Strinsi due nodi del cilicio, e proseguii sui miei passi.
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