Come sempre in giro per i boschi. Come sempre alla ricerca di animali da ammaestrare. Come sempre sola e affamata.
Ormai è il tramonto e anche il mio cavallo è stanco.
Provo a vedere se trovo qualcosa in quel bosco e torno a casa.
Nessun animale...
Ma...meglio scappar via! C'è un assassino poco più avanti...E mi ha vista!
Inizio a correre zigzagando tra gli alberi, ma la sua cavalcatura è più veloce della mia, cerco di nascondermi ma mi è sempre dietro e non ne ho l'occasione...Mi volto indietro e lo vedo sempre lì,continuo a correre cercando di evitare le sue frecce ma una mi colpisce alla spalla, un dardo avvelenato che mi toglie quasi tutte le forze prima che le mie magie contrastino il veleno. Quando è abbastanza vicino sento un rumore di spada sguainata e cerco di richiamare a me le forze degli elementi, dell'aria e del fuoco per sopravvivere ma il cavallo ormai stanco inciampa e mi sbalza a terra...l'ultima cosa che vedo è un barbaro...un barbaro vestito di rosso...
Apro gli occhi...
Non so dove mi trovo, cerco di alzarmi ma un forte dolore alla testa mi costringe a restare distesa.
Vedere un soffitto mi dice che non sono in un luogo aperto, ma non ricordo nulla dopo la caduta! Non sto male qui, il letto è pulito e comodo, l'aria calda e profumata e c'è un silenzio assoluto.
Sento una porta aprirsi e dei passi, una voce che mi augura il buon giorno e mi chiede come vanno la testa e la spalla.
Ma che razza di sogno sto facendo?
Rotolo su un fianco e balzo a sedere vedendo un uomo che mi osserva. Il suo viso è a me sconosciuto e frugo disperatamente nella mia memoria per ricercare quel volto.
Gli chiedo dove mi trovo e chi è.
L'uomo si chiama Ramish, un nobile decaduto delle fredde terre di Northgard. Mi spiega che il mio cavallo è inciampato su un sasso ed io cadendo ho sbattuto la testa ed ho perso i sensi. Mi ha portato a casa sua e mi ha curata.
Piano piano inizio a ricordare, la corsa disperata verso la vita, la freccia avvelenata...Mi volto di scatto verso di lui "Tu hai cercato di uccidermi!" gli urlo. Lui non risponde e sorride. "Voglio tornare a casa mia!" Lui continua a sorridermi.
Poi improvvisamente si fa serio e mi dice "Potevo privarti della vita, ma ti ho salvata e curata. Adesso non puoi andare, perchè sei troppo debole e perchè la tua vita adesso è mia, è un mio diritto".
I giorni passano.
Ramish è gentile con me, mi nutre imboccandomi, ho sempre qualcosa da mangiare anche se lui è via, sempre pronti dei vestiti puliti, e quando si spoglia della sua armatura e della sua veste da cattivo mi parla sempre con dolcezza, mi racconta delle sue scorribande, dei motivi che lo spingono ad uccidere tante persone.
Non gli ho più chiesto di liberarmi, so che non lo farebbe, lo osservo cercando da sola una via di fuga.
Quando lui è fuori frugo ovunque alla ricerca di qualcosa che mi possa aiutare e finalmente trovo in un angolo delle radici di belladonna per preparare un potente veleno da fargli bere...
Non ho il coraggio. Mi ha salvato la vita nonostante tutto e avvelenarlo significa scendere al suo stesso livello...e poi è così caro...
Verso il veleno su pavimento e corro verso la porta...è aperta...continuo a correre ma vado in tondo, non ci sono vie di fuga qui...questa è una maledettissima isola!
Torno verso casa sua. Quando lui rientra è triste.
Mi restituisce la mia roba e mi dice che posso andare, che a lui fa piacere godere della mia compagnia e pensava che fosse lo stesso per me. Si scusa per il mio cavallo che ha dovuto sopprimere e me ne dona un altro. Mi dice che passerà a salutarmi, se io glielo permetterò.
Mi avvio verso casa, ma stranamente questa libertà ritrovata ha un gusto amaro. Ho ferito qualcuno e me ne dispiaccio.
Megera
Ormai è il tramonto e anche il mio cavallo è stanco.
Provo a vedere se trovo qualcosa in quel bosco e torno a casa.
Nessun animale...
Ma...meglio scappar via! C'è un assassino poco più avanti...E mi ha vista!
Inizio a correre zigzagando tra gli alberi, ma la sua cavalcatura è più veloce della mia, cerco di nascondermi ma mi è sempre dietro e non ne ho l'occasione...Mi volto indietro e lo vedo sempre lì,continuo a correre cercando di evitare le sue frecce ma una mi colpisce alla spalla, un dardo avvelenato che mi toglie quasi tutte le forze prima che le mie magie contrastino il veleno. Quando è abbastanza vicino sento un rumore di spada sguainata e cerco di richiamare a me le forze degli elementi, dell'aria e del fuoco per sopravvivere ma il cavallo ormai stanco inciampa e mi sbalza a terra...l'ultima cosa che vedo è un barbaro...un barbaro vestito di rosso...
Apro gli occhi...
Non so dove mi trovo, cerco di alzarmi ma un forte dolore alla testa mi costringe a restare distesa.
Vedere un soffitto mi dice che non sono in un luogo aperto, ma non ricordo nulla dopo la caduta! Non sto male qui, il letto è pulito e comodo, l'aria calda e profumata e c'è un silenzio assoluto.
Sento una porta aprirsi e dei passi, una voce che mi augura il buon giorno e mi chiede come vanno la testa e la spalla.
Ma che razza di sogno sto facendo?
Rotolo su un fianco e balzo a sedere vedendo un uomo che mi osserva. Il suo viso è a me sconosciuto e frugo disperatamente nella mia memoria per ricercare quel volto.
Gli chiedo dove mi trovo e chi è.
L'uomo si chiama Ramish, un nobile decaduto delle fredde terre di Northgard. Mi spiega che il mio cavallo è inciampato su un sasso ed io cadendo ho sbattuto la testa ed ho perso i sensi. Mi ha portato a casa sua e mi ha curata.
Piano piano inizio a ricordare, la corsa disperata verso la vita, la freccia avvelenata...Mi volto di scatto verso di lui "Tu hai cercato di uccidermi!" gli urlo. Lui non risponde e sorride. "Voglio tornare a casa mia!" Lui continua a sorridermi.
Poi improvvisamente si fa serio e mi dice "Potevo privarti della vita, ma ti ho salvata e curata. Adesso non puoi andare, perchè sei troppo debole e perchè la tua vita adesso è mia, è un mio diritto".
I giorni passano.
Ramish è gentile con me, mi nutre imboccandomi, ho sempre qualcosa da mangiare anche se lui è via, sempre pronti dei vestiti puliti, e quando si spoglia della sua armatura e della sua veste da cattivo mi parla sempre con dolcezza, mi racconta delle sue scorribande, dei motivi che lo spingono ad uccidere tante persone.
Non gli ho più chiesto di liberarmi, so che non lo farebbe, lo osservo cercando da sola una via di fuga.
Quando lui è fuori frugo ovunque alla ricerca di qualcosa che mi possa aiutare e finalmente trovo in un angolo delle radici di belladonna per preparare un potente veleno da fargli bere...
Non ho il coraggio. Mi ha salvato la vita nonostante tutto e avvelenarlo significa scendere al suo stesso livello...e poi è così caro...
Verso il veleno su pavimento e corro verso la porta...è aperta...continuo a correre ma vado in tondo, non ci sono vie di fuga qui...questa è una maledettissima isola!
Torno verso casa sua. Quando lui rientra è triste.
Mi restituisce la mia roba e mi dice che posso andare, che a lui fa piacere godere della mia compagnia e pensava che fosse lo stesso per me. Si scusa per il mio cavallo che ha dovuto sopprimere e me ne dona un altro. Mi dice che passerà a salutarmi, se io glielo permetterò.
Mi avvio verso casa, ma stranamente questa libertà ritrovata ha un gusto amaro. Ho ferito qualcuno e me ne dispiaccio.
Megera
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