IL DESTINO DI UN FIGLIO DI KIRA
Appartato in un piccolo antro ricavato all'interno di un'alta parete rocciosa, Sequoia sedeva in meditazione, riflettendo sugli sconvolgenti avvenimenti degli ultimi giorni.
Qua e la', sparsi in quel luogo ameno, si trovavano i membri superstiti del Seggio e fra loro vi era anche Aldar Nibbio Grigio, l'Arcidruido.
Per tutta la vita aveva desiderato incontrare quell'elfo leggendario, poi, d'un tratto, senza il minimo preavviso, si era trovato coinvolto in un turbinio di eventi che lo avevano portato, quasi senza rendersene conto, direttamente al cospetto di Aldar e degli altri grandi saggi che costituivano la coscienza vivente del popolo silvano.
Solo qualche luna prima Sequoia si trovava ancora con la sua tribù, ai margini della Foresta d'Avorio e si era messo in viaggio per indagare su una terribile minaccia che il druido anziano, Roccia che Ride, aveva presagito.
Sequoia aveva serbato nella sua mente ogni singola parola della conversazione avuta con il druido anziano quell'ultima notte prima della partenza. L'interno della tenda era avvolto da una nuvola di fumo grigio che celava i lineamenti del vecchio, lasciandone intravedere solo la sagoma. La voce irruppe all'improvviso, cavernosa e solenne:
Gli Spiriti si sono destati e gridano nella Foresta il loro terrore e lo sgomento per l'oscura piaga.
Corruzione che divora l'armonia di cui il sacro luogo è pregno!
Una cancrena cresciuta in seno a Kira,
recrudescenza dell'obliato male,
getta la sua funesta ombra sul nostro popolo.
Fece una pausa per prendere fiato, dopo l'impetuoso inizio, e riprese con tono benevolo:
Vai, amico mio,
giovane arbusto cresciuto all'ombra della Roccia,
abbandona il tuo nido, colombello, e spicca il volo.
Raggiungi colui che e' Saggio fra i Saggi,
l'anima del Fuoco che ancora arde sotto la Cenere
ed apri il tuo spirito per accogliere il tuo Destino.
Solo ora, dopo l'incontro con Aldar, le parole di Roccia che Ride, cosi' incomprensibili in principio, gli svelavano il loro profondo significato.
Sequoia accese un piccolo fuoco, estrasse dal suo zaino alcune essenze animali e vegetali mescolandole fra loro per ottenere diversi intrugli colorati che formavano una rudimentale tavolozza.
Gettò sul fuoco piccoli pezzi di un fungo allucinogeno e ne respirò a pieni polmoni i fumi.
Presto cadde in trance e cominciò ad avere visioni. Intinse un ramoscello dalla punta appuntita e brunita nella tavolozza e cominciò a disegnare sulla parete della roccia quello che vedeva. Passarono alcune ore di febbrile lavoro, poi si gettò al suolo sfinito, ma soddisfatto. La sua opera era terminata.
Si svegliò all'alba con un malditesta lancinante e tutte le ossa doloranti. Ricordava poco o nulla della notte precedente. Si fermò a contemplare il disegno:
Su una grande foresta volava un Nibbio Grigio che abbracciava con le sue ali spiegate gli alberi sottostanti. Sulla destra un ammasso di nuvole nere e rigonfie si avvicinava minaccioso verso la foresta.
Un albero si notava fra gli altri perchè molto più particolareggiato. Era una Sequoia e su di un suo ramo stava appollaiato un Falco Bruno con uno sguardo di sfida verso il pericolo incombente.
Nella mente del giovane elfo tutto fu chiaro.
Avrebbe chiesto al Seggio di poter essere accolto come Iniziato.
Purtroppo non vi fu tempo per farlo immediatamente nei giorni successivi. Falco e gli altri che lo avevano seguito ritornarono alla Foresta D'Avorio il giorno seguente e Sequoia non potè rimanere nella Valle Proibita insieme ai druidi, ma dovette seguire la sua guida.

Sequoia e Grufolo in meditazione nella Foresta d'Avorio
Appartato in un piccolo antro ricavato all'interno di un'alta parete rocciosa, Sequoia sedeva in meditazione, riflettendo sugli sconvolgenti avvenimenti degli ultimi giorni.
Qua e la', sparsi in quel luogo ameno, si trovavano i membri superstiti del Seggio e fra loro vi era anche Aldar Nibbio Grigio, l'Arcidruido.
Per tutta la vita aveva desiderato incontrare quell'elfo leggendario, poi, d'un tratto, senza il minimo preavviso, si era trovato coinvolto in un turbinio di eventi che lo avevano portato, quasi senza rendersene conto, direttamente al cospetto di Aldar e degli altri grandi saggi che costituivano la coscienza vivente del popolo silvano.
Solo qualche luna prima Sequoia si trovava ancora con la sua tribù, ai margini della Foresta d'Avorio e si era messo in viaggio per indagare su una terribile minaccia che il druido anziano, Roccia che Ride, aveva presagito.
Sequoia aveva serbato nella sua mente ogni singola parola della conversazione avuta con il druido anziano quell'ultima notte prima della partenza. L'interno della tenda era avvolto da una nuvola di fumo grigio che celava i lineamenti del vecchio, lasciandone intravedere solo la sagoma. La voce irruppe all'improvviso, cavernosa e solenne:
Gli Spiriti si sono destati e gridano nella Foresta il loro terrore e lo sgomento per l'oscura piaga.
Corruzione che divora l'armonia di cui il sacro luogo è pregno!
Una cancrena cresciuta in seno a Kira,
recrudescenza dell'obliato male,
getta la sua funesta ombra sul nostro popolo.
Fece una pausa per prendere fiato, dopo l'impetuoso inizio, e riprese con tono benevolo:
Vai, amico mio,
giovane arbusto cresciuto all'ombra della Roccia,
abbandona il tuo nido, colombello, e spicca il volo.
Raggiungi colui che e' Saggio fra i Saggi,
l'anima del Fuoco che ancora arde sotto la Cenere
ed apri il tuo spirito per accogliere il tuo Destino.
Solo ora, dopo l'incontro con Aldar, le parole di Roccia che Ride, cosi' incomprensibili in principio, gli svelavano il loro profondo significato.
Sequoia accese un piccolo fuoco, estrasse dal suo zaino alcune essenze animali e vegetali mescolandole fra loro per ottenere diversi intrugli colorati che formavano una rudimentale tavolozza.
Gettò sul fuoco piccoli pezzi di un fungo allucinogeno e ne respirò a pieni polmoni i fumi.
Presto cadde in trance e cominciò ad avere visioni. Intinse un ramoscello dalla punta appuntita e brunita nella tavolozza e cominciò a disegnare sulla parete della roccia quello che vedeva. Passarono alcune ore di febbrile lavoro, poi si gettò al suolo sfinito, ma soddisfatto. La sua opera era terminata.
Si svegliò all'alba con un malditesta lancinante e tutte le ossa doloranti. Ricordava poco o nulla della notte precedente. Si fermò a contemplare il disegno:
Su una grande foresta volava un Nibbio Grigio che abbracciava con le sue ali spiegate gli alberi sottostanti. Sulla destra un ammasso di nuvole nere e rigonfie si avvicinava minaccioso verso la foresta.
Un albero si notava fra gli altri perchè molto più particolareggiato. Era una Sequoia e su di un suo ramo stava appollaiato un Falco Bruno con uno sguardo di sfida verso il pericolo incombente.
Nella mente del giovane elfo tutto fu chiaro.
Avrebbe chiesto al Seggio di poter essere accolto come Iniziato.
Purtroppo non vi fu tempo per farlo immediatamente nei giorni successivi. Falco e gli altri che lo avevano seguito ritornarono alla Foresta D'Avorio il giorno seguente e Sequoia non potè rimanere nella Valle Proibita insieme ai druidi, ma dovette seguire la sua guida.

Sequoia e Grufolo in meditazione nella Foresta d'Avorio
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