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Scrivendo tutti insieme a casa di Ichi.

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  • Scrivendo tutti insieme a casa di Ichi.

    Siccome c’è un po’ di tempo e mi piace questo spazio che tutti voi state snobbando alla grande, facendomi innervosire perché spargete perle ovunque tranne qui, vedi Danielino, per esempio, beh mi tocca fare finta di avere qualcosa da dire.

    L’altra sera riflettevo sul fatto che non riesco a parlare delle altre ragazze eccetto la mia dolce Stella, e forse qualcuno più esperto di me riuscirà a spiegarmi il motivo.
    Fatto sta che proprio quelle altre femmine riesco a imbrogliarle molto facilmente, e invece questa no, e quasi mi pare ci sia una specie di legame tra la mia produzione letteraria e la mia non-produzione umorale al suo cospetto.
    Comunque, qualche mese fa Ermes bussava alla mia stanza con un sorriso soddisfatto, parlando di quella faccenda delle teorie sociali eccetera e dei rapporti interpersonali. Allora ho deciso di dargli ragione. Proprio qualche sera prima mi ero fatto in un salto tutta la via Campania per correre da quella ragazza con le caviglie grosse e le chiappe morbide, e niente, volevo baciarla a tutti i costi e ho corso fin dentro la sua bocca. Davanti ai suoi capelli bagnati, ché era appena uscita dalla doccia, mi rendevo conto che non ci avevo capito niente mentre pattinavo sull’asfalto in discesa, e lei stava per partire, e lei aveva appena detto di no, e stava per partire eccetera. Affanculo, ho pensato. Giro le spalle e me ne vado. E così ho fatto. Ma sto parlando di nuovo di lei.

    Ad ogni modo basta! quella sera avevo deciso definitivamente che avevo già provato tutto quanto ci fosse da provare sul caso. Ed ero davvero disperato eh. Tutto ciò che è definitivo ti dispera, anche quando non è poi così definitivo come pensavi. Infatti, pensandoci meglio, avevo provato tutto, a parte quella cosa delle teorie di Ermes che – dice lui – voleva soltanto aiutare Duncan a risollevarsi dai suoi problemi.
    Duncan ha un sacco di problemi, a dire la verità, tipo quello del padre che lo odia da quando aveva preso insufficiente alle espressioni.

    Dalla sera in cui Ermes mi parlava di quelle cose: passaggi da imparare a memoria, sigle e trucchi e il tutto sembrava molto una guida di Lineage; da quella sera io non ho più smesso di scrivere della mia dolce Stella, con ovvie ripercussioni sessuali insoddisfacenti, ma ora solo a tratti. Come quella volta che per la strada, era gennaio e due ragazze aspettavano il bus in via Trentino, lei si girava verso di me e mi baciava appassionatamente, tanto che per difendere l’aspetto della virilità eccetera ho dovuto spingerla con tutto il mio poco peso sopra un’automobile parcheggiata. Solo a tratti, comunque. E il mio amico Ian mi dice che quella storia è una follia e parla di una infelicità perpetua che ci terrà legati, ma mai abbastanza.
    Ma la cosa straordinaria è che tutte le altre mi si infilano in tasca e me le porto via in qualsiasi situazione, o quasi.
    Ad esempio Occhiverdi, con i suoi occhi azzurri meravigliosi, era fidanzata e ce la facevamo dietro il fumo al cocco di un narghilé comprato a Damasco sei mesi prima. E quel senso di tradimento è stato una iniezione di ansia pura tagliata finissima, in vena. Davide non era intellettualmente stimolante, mi raccontava dolce su una panchina al Parco della Musica, col fiume artificiale intorno e io pensavo ai bastoncini di merluzzo e i trecento grammi di spinaci o altre verdure da fare bollite che volevo prendere qualche chilo. Registravo a mente ogni scarica elettrica che i centimetri della sua pelle rilasciavano sui miei polpastrelli mentre la sfioravo quasi sbadatamente. Io pensavo alla kino e alla mano che dal gomito deve salire là sul collo e poi Ermes. Ermes le avrebbe sussurrato qualcosa all’orecchio in modo che le labbra sarebbero state abbastanza vicine per. Ma comunque lei è rimasta con lui, le ho detto che conosce i genitori, va a fare le vacanze con loro: non c'era motivo di rovinare tutto quello, e ora ha paura di ciò che ha provato per me e non mi rivolge più la parola.

    E poi c’è questa cosa di fine luglio, un gioco che ho fatto perché la mia dolce Stellina mi ha fatto innervosire. Il gioco consiste nell’inquietare Pamela, una bruttissima collega della ragazza di Vattelappesca. Questa Pamela è bassa, più bassa di me e ce ne vuole, ha i capelli ricci e un sorriso timido e tutto sbagliato. E io dicevo a Duncan: voglio solo vedere se mi dà il culo. Perché dicono sia meglio che go fuck ten other women, prima di tornare con un nuovo frame. Parlano proprio così.
    E l’ho detto pure al caro Macca, tempo fa. E la kino e la social proof eccetera: fatto sta che questa Pamela l'ho vista due volte e s’è pensata chissà cosa e mi assilla via internet e mi sono intimorito. Ma forse il culo non me lo dà prima che ci sposiamo. Ecco.

    Il Tempo mi concede il tempo di perdonare per sempre di nuovo, e per qualsiasi altra cosa, la mia Stella quando mi ha mostrato quelle cosce nude così stranamente attraenti, come quelle delle modelle dei Venti Ruggenti, coi capelli neri a caschetto, e immagino Daniele che sta pensando tutte le peggiori bestemmie per colpa di queste sue sgraziate gambe larghe. Chi è quello perverso?

    Comunque, ‘sto pomeriggio ripulivo un vaso di oleandro da un formicaio. L’avete mai visto un formicaio? Quello che ho pulito io era uno schifosissimo grosso insieme di larve e vermi bianchi arricciati come trucioli, e una mandria incazzata di formiche nere con la pancia verde, grosse come un’unghia. Innaffiavo con litri d’acqua a discreta pressione quello schifo e pensavo a Fabio, Daniele, Mauro, Bisbo e tutti gli altri che sanno scrivere e di cui ho le prove, e riflettevo sul fatto che siete un po’ stronzi a lasciarmi da solo a parlare dei fatti miei.
    Ultima modifica di JustLikeToio; 11-08-2011, 04:25.

  • #2
    A proposito di culi.

    Sportitaliaventiquattro trasmetteva le ultime di calciomercato, avevamo tipo preso Stekelemburg o come diavolo si scrive e ti sentivi come il giorno di natale, ma per tutto luglio e agosto, già, lì a ricever doni.
    E quindi tu eri un sultano, sulla tua poltrona da sultano e il terrazzino da sultano che guarda su via Ugo Ojetti di notte, quando Roma smette di tormentarti con il caldo di Alessandria d'Egitto e a te, giovane Yul Brinner col sacchetto di Mariagratiaplena, concede tregua e qualche avventura bizzarra.
    Epperò mentre sultanavi per fatti tuoi, con la Peroni Sessantasei del bangladino, un onesto novantacentesimi a bottiglia, ti piantavi davanti a Pedullà, sprofondato e sognante e fumante, lasciando che Lei e Flà si prendessero cura di casa, cosa da leonesse, non da leoni, ti dicevi nella testa e nella nuvoletta di fumo.
    E Lei era venuta a casa, ospite di cena e di birra e della sempreverde, amica di Flà e quindi tutta sorrisi e madavvero anche per te, che figurati no, ma resta da noi, non puoi prendere centomila notturni, è tardi, dormi qua, ecco.
    Epperò mentre l'Argentina perdeva la Coppa America, il divano letto in sala si apriva e tu non te ne accorgevi, avevano sonno e tu non te ne accorgevi, e stupide femmine sempre stanche, sultanavi, che ti lasciavano a sbrandellare da solo l'ultima meravigliosa e disturbavano il tuo calciomercato con l'altafedeltà di Jim e i suoi cavalieri nella tempesta.
    Epperò lasci il mozzicone sul posacenere, e lasci anche Pedullà e compagnia cantante, con in testa l'idea di lavarti i denti e invece eccole lì, a coccolarsi come gattini, belle e abbronzate come gli elfi del cantastorie e pensi che a questo punto ci siano baci e carezze anche per te.
    Ed è mattino, la città si è svegliata sul terrazzino e sui resti del calciomercato, non senti rumori dal cortile, neanche immagini che gli operai taglino gli alberi per rifare il viale, neanche ti ricordi che erano due statue greche quella notte, ti svegli, come sempre, da sultano, abbracciato a Flà, non devi neanche aprire gli occhi per sapere chi è tra le due.
    Sorridi da leone, ché alle tue spalle c'è Lei, a proposito di culi.


    Clan Spammer Severi ma giusti.

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    • #3
      Caro Cyber-Camri, scrivere su commissione non è mai stato il mio forte, ne è la prova il fallimento totale del mio merdaromanzo nel momento in cui s'è andato a farsi scopare di dietro come il cane di 4chan; ci arriviamo dopo, i punti e virgola, gran classe.
      Posso provarci con lo stile della ruota che rotola non si sa dove, senza muse ispiratrici, un annunciato lavoro pessimo anche se qualcuno sostiene che per essere uno scrittore decente serve l'allenamento, buttare giù qualche frase con metodo ogni giorno. Metodo non è antagonista d'Originalità?
      Non riesco ad empatizzare la tua sensazione, la tua dedizione verso una persona m’è davvero estranea. Preferire quella singolare femmina a tutte le altre che potresti avere –se solo tu lo volessi- come hai scritto? Colpa mia, sono naufragato su una terra che sa proprio d’altro. In preda della mia antica necessità di governare e conquistare, leggevo proprio ieri del disturbo narcisistico di personalità e pare che ci sia una insicurezza di fondo o qualcosa che ha a che fare con la voglia repressa di succhiare un cazzo (possiamo provare col toccarci se vuoi).
      Vorrei essere un polpo ma ieri ho cenato con due banane, mi fa venire da vomitare la frutta, il suo odore appiccicoso mi fa balenare in testa le mani decomposte di una nonna che te la taglia e te la ammucchia in un piatto poco prima di coricarsi nella terra. Le ho mangiate e sono rimasto con l’odore di banana sulle labbra e mi veniva da vomitare di continuo, immagino se fossi un carcerato. Se fossi un secondino andrei a svuotarmi i coglioni sulla faccia di qualche carcerato, così per fargli sentire l’odore di quella merda sulle labbra tutta la notte, magari legato per impedirgli di strofinarsi qualche panno sulla bocca. Come polpo sarei un gran comandante di me stesso, pomperei acqua dal mio sifone e via per il mare a propulsione a strizzarmi il corpo come una spugna e poi a gonfiarlo – acquattato tra le alghe posso quasi sentire la pelle elastica raggrinzirsi con un pizzicorio, come quando hai appena starnutito, vederla colorarsi di marrone a chiazze più scure e alcuni puntini bianchi. Cosa sono i punti bianchi? Potrei scopare le polpesse col mio bel tentacolo più lungo, glielo infilerei nel buchino e inzufflerei una valanga di mocciolo grigio, magari mi farei anche un giro con gli altri tentacoli sulla sua bella testa carnosa, tanti baci da ogni tentacolo bella polpessa mia. Una sola ed ultima soffiata di mare verso di lei, che curi la mia progenie di sgorbi perché io non ne voglio sapere, da buon polpo comandante, di quello che sarà delle mie future vite. Voglio solo che esse esistano. Via di nuovo nel mare blu blu scuro infinito, in qualche profondità assoluta, rallentandomi nel freddo totale magari decelerando il metabolismo per i 4 anni di vita concessi, un solo spiraglio nell’eternità, ancora qui ti prego ancora qui.
      Non ho preso gli psico ieri, mi sentivo scarso davvero, a lavoro soprattutto. La mia allegria si smorza e le mie battute creano il gelo, la collega, la mia più bella, perché sono un narciso ed ho anche voglia di cazzo, è sempre sorpresa nel guardarmi. Apprezzo queste sue strane attenzioni e non lo dico solo perché ci sognamo a vicenda, lo dico perché ho voglia di fotterla. Ho una palla d’ansia tra il diaframma ed i polmoni. Dottore c’è spazio lì dentro? Me lo dica per dio. La palla rotola e mi solletica dentro, mi spinge anche la merda di fuori, non sono mai più stitico. Mi sento scarso, vorrei gli psico ancora, lo scirocco tra i pensieri e quel vuuuuuuuu tra le micro fessure delle porte, non puoi odiarle. Quattro ore di persone che si picchiano poi 4chan con tutte quelle belle pupette, non capisco ancora i meccanismi e le parole chiave però ogni tanto salvo. Un gatto sbrindellato, a me piacciono i gatti, perché lo avete fatto? Poi un cane, di quelli che trovo su Rule34 a cartone invece stavolta è vero. C’è un tizio che ha legato un cane per le zampe, lo eccita con una sorta di vagina elettrica e poi gli da fuoco al ributtante cazzo deforme da cane. Poi lo mette a 90° sempre allacciato e glie lo mette nel culo per finire con una sborrata sul muso avvolto da nastro adesivo. Mi sento un po’ male, lì per lì, ma la realtà quanto vale? Vale tanto, perché al buio ci finirai davvero caro Daniel, quello sarà reale! Cosa farai? Se fossi un polpo invece, al buio, sotto mare, saresti già sepolto, nell'abisso.
      Ultima modifica di enzmarsi; 11-08-2011, 13:20.

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      • #4
        Camrien, non è carino istigarci e poi abbandonare il thread.


        Clan Spammer Severi ma giusti.

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        • #5
          Non posso mica svuotarvi in due giorni, e poi manca un sacco di gente

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          • #6
            Intanto non è questione di "me le farei se solo volessi", perché se fosse così staremmo scrivendo tutti su CAV e io sarei Breiv.
            Per dire: Occhiverdi l'ho amata per una notte intera, anche se la birra e il fumo hanno aiutato tanto. Ne è valsa la pena perché il momento in cui mi cacciò via da casa sua, è stato meraviglioso: mi ha detto: "vattene", e facendolo ha spento la luce della rampa di scale della palazzina. Duncan ancora ride, e lui mi capisce. Io le ho detto che avrei rischiato di morire, ché era tanto se riuscivo ad aggrapparmi alla ringhiera senza rotolare giù. E non dimenticherò mai quel senso di proibito dovuto al fatto che il povero Davide. E che meraviglia quella luna gialla immensa. Era quella che se ne stava nel punto più vicino alla Terra, qualche mese fa. E io ricordo che la guardavo e tornavo a casa con un ghigno stampato in faccia, Stefano sa di che parlo quando dico che vedere quella luna nascondersi dietro il Teatro Lirico significa che sei arrivato a casa sano e salvo, senza mai rischiare niente per davvero.
            In realtà la parola che hai usato riguardo la mia piccola non mi piace. Dedizione mi ricorda tanto Vercingetorige e Gallia est omnis divisa in partes tres. E la professoressa di Latino che è morta di cancro quando ero all'ultimo anno. Eccetera.
            Non voglio nemmeno che ci sia un tema da seguire perché non è quello lo scopo, pensavo a un modo per buttare giù righe su righe e fare immagini, forse la collezione di farfalle non mi bastava più. Non che l'abbia mai avuta, eh.
            Da piccolo andavo al mare in un vecchio villaggio di pescatori recuperato al turismo, e là non c'era illuminazione e si vedevano così tante stelle che ho sempre pensato che sarebbe bello collezionarle.
            Dev'essere per quello che avevo scelto quell'orecchio bianco. Ecco. Ma non parliamo di dedizione, è più una situazione figlia della storia.
            Ma comunque.
            O del destino, anche se questo discorso non posso aprirlo qui dentro, soprattutto per il fatto che ho una negra in firma e non sarebbe credibile.
            In ogni caso, oggi ho pensato a voi. Ero disteso sulla spiaggia e arrostivo il naso. Pensavo alle persone che piantavano intorno gli ombrelloni e contavo i chili di ciccia che si portano appresso. Culi cellulitici, stomaci impressionanti: un vecchio aveva i peli bianchi sulle spalle e una pancia così tonda che sembrava un bozzolo, e immaginavo che da un momento all'altro avrebbe potuto uscire da là qualche cosa immonda coperta di interiora come in quei film che andavano di moda a fine anni ottanta. C'era il mare che seduceva la terra e ho pensato che tutto il mondo finisce nel mare e viceversa, hai voglia di scappare, e tutta la calma di quell'ambiente mi ha messo una certa agitazione.
            Dev'essere il caffè e il fatto che io lo so cosa sia la seduzione ma da qui non mi serve a niente, oppure la sensazione che quella gente continuava a parlare di angurie cremesolari braccioli asciugamani luckystrike, e una bimba di due anni pisciava sotto gli occhi orgogliosi della madre col culo sodissimo e i capelli grigi, fatto sta che sono due settimane che aspetto di riammalarmi di qualcosa, e continuo a cercare gambe difettose e caviglie larghe. E a me nemmeno piacciono.
            Ultima modifica di JustLikeToio; 16-08-2011, 02:34.

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            • #7
              È un po' di tempo che faccio sogni molto complessi, Mauro ne sa qualcosa. Ultimamente sogno brandelli di storie che avrei dovuto scrivere se fossi stato uno davvero bravo. Ma siccome non sono uno davvero bravo, ma solo un genio inespresso, finisce sempre che le storie, le sogno e basta. Tipo qualche sogno fa ho sognato un ragazzino, fai che aveva 11 anni, che sapeva tutto. E di mestiere faceva il barbiere. Era basso, quindi per arrivare a tagliare i capelli doveva salire su una cassetta di legno. Ho sognato anche un pezzo di dialogo, ma non lo ricordo bene. Il tizio che si stava facendo tagliare i capelli diceva che era una fortuna sapere tutto, e il ragazzino invece diceva che avrebbe fatto volentieri cambio.

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              • #8
                spero che ad un certo punto il tizio abusa del ragazzino che dallo shock comincia a dimenticare di sapere tutto e non sa se ringraziare il tizio perchè al tempo stesso prova vergogna per ciò che è accaduto. Tormentato da questo dilemma comincia anche lui a violentare i bambini per sentire cosa si prova a far perdere le capacità mentali altrui ma viene scoperto dalla polizia e si buca la gola col cacciavite.

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                • #9
                  Non lo so, però oggi ho sognato un cadavere in una cabina di una nave. Io fluttuavo nei corridoi e lo vedevo dall'alto e vedevo i mozzi che pulivano con il mocho. Poi mi sono ritrovato a Londra, bevevo un old Fashion'd perfetto. Era talmente fatto bene che volevo fotografarlo col cellulare.

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                  • #10
                    Furia cavallo del west

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                    Diciottogradidiciotto non sono pochi per promettersi il futuro e la sveglia direttamente dal Paese di Mezzo sapeva di miele e cannella, per Dio, roba che se non c'hai l'insulina nell'astuccio sei spacciato anzichenò. E dunque scendesti in strada, colombiano come sempre, che già il rancio era stato servito e il cielo spingeva un tram mezzo vuoto che ti aspettava anche col semaforo verde. Cose da raccontare ai pargoli per indurli a credere in Dio, piuttosto.
                    Colombiano, dicevamo, con i Mono nelle orecchie, nerdalternativo quasi, con le vans a far da camperos e speroni e via che la rotaia scivola e ti ritrovasti in un niente a Piazza Vittorio, guardingo però che il sole è ancora alto e i gringos sono incazzati.
                    Plin Plin sentisti.
                    Plin Plin insisteva la mela nella tasca, segnali di fumo dall'emigrato napoletano e ***** quante guardie ci sono a Termini ti sembrava di scorgere tra il cifrato.
                    Ora tu non è che sei proprio limpido come acqua di fonte pensasti, e pensasti bene vecchio cowboy, ché sicuro un osso sotterrato te lo trovano e tu magari l'avevi scordato in un mattino stonato da abbracci del Mulino e Peroni bangladina semifredda.
                    E infatti, tornato a più miti consigli e varcato l'uscio ti sedesti al personal acceso scaricante dal mulo, muovesti il topo con curiosa sveltezza e indagasti: cadavere ritrovato all'Aventino, leggesti.
                    Tanto rumore e neanche una diligenza, che spreco.


                    Clan Spammer Severi ma giusti.

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                    • #11
                      Icchi poeta ma prima aumenta il PIL che non ce la faccio più da solo.

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                      • #12
                        Originariamente inviato da JustLikeToio Visualizza il messaggio
                        Non lo so, però oggi ho sognato un cadavere in una cabina di una nave. Io fluttuavo nei corridoi e lo vedevo dall'alto e vedevo i mozzi che pulivano con il mocho. Poi mi sono ritrovato a Londra, bevevo un old Fashion'd perfetto. Era talmente fatto bene che volevo fotografarlo col cellulare.
                        AHHAHAHHHAHHAHHAAa

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                        • #13
                          Come ti ricorderai di noi in certe sere di primavera? Che sia chiaro Stellastella, qui parliamo di quelle sere un po’ più luminose del solito, dove gli sbratti lungo i marciapiedi erano passate di colore annacquato e gli odori dei banchetti improvvisati forti come il dolore di stinco contro stinco. Che può essere che in quelle sere di primavera, perdonatela, pensava che bastasse prenderla a spallate la felicità, senza entrare in tackle, diciamo. E se aveva gli occhi lucidi era per via dello smog, che diamine, cosa pensate, non è mica una lontra lei, andrebbe volentieri con la corrente, altroché. Epperò un bersaglio meno facile.
                          Così in quelle sere, questo dovresti rammentarlo anche tu, tutto andava come era sempre andato, c’era sempre un fake plastic tree, qualche ***** di stronzata a cui dare la colpa per darsi la colpa. Comunque l’aveva sentito alla televisione, l’aveva detto pure la televisione, sarebbe andata via anche quella primavera e sarebbe tornata sotto cieli più espressivi.
                          Decisamente.
                          Però in quel momento stavi là, sotto cieli che davvero non dicevano niente.
                          Proprio come lei.


                          Clan Spammer Severi ma giusti.

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                          • #14
                            Mamma mia Fabio quanto m'è piaciuta MS956

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                            • #15
                              Originariamente inviato da JustLikeToio Visualizza il messaggio
                              Mamma mia Fabio quanto m'è piaciuta MS956
                              MS956

                              Il Cairo sa di polvere e miseria, sembra l’Alessandria di Durrell e tutti quegli intrecci. Cerchi l’accendino, ma ricordi dopo due tasche che l’hanno sequestrato all’aeroporto. Compri i fiammiferi da un cinese per strada che guarda la maglia dell’università e inizia a farti domande, come se avesse incontrato un amico di vecchia data. E tu cosa ricordi di Pechino? Gli scorci, soprattutto gli scorci di certe sere d’aprile e gli eserciti di netturbini a ripulire la città perennemente sporca, ricordi la puzza di via della mèrda e lo xiaoqu e i suoi balli e i vecchi e tutto il resto e.
                              Cosa ci fai così lontano da casa chiede e tu prima non capisci, poi rifletti e comprendi che in finale casa è come quel parking lot, che ogni città diviene un mondo se se ne ama un abitante, che i tramonti si possono anche accendere e spegnere e farli sparire e vattellpesca, diavolo, che in fondo aveva ragione il caro e vecchio Enrico, lui sì, con i suo s’arcudem e il giovane io e il carnevale.
                              E mentre ti infili nell’ascensore realizzi che in finale questo cielo non è precisamente più blu, ma è come se avessero cambiato la carta da parati. Premi skip ché proprio non è ora di Vasco Brondi, ecco, meglio Explosions in the sky, come se l’iPod ti avesse letto nel pensiero. Mica facile, vero Ele?
                              Roma è a due bracciate, due schizzi di mare, Roma è come se la ricorda Publio Ovidio Nasone, che può darti tali donne da poter dire ciò che è bello al mondo è tutto qui.Ma te c’hai in testa un po’ di hardcore e ancora il vecchio Enrico che ti rammenta che la storia dei ragazzi è come quella del grano, e anche se non saremo piantati in terra per germogliare non importa, poiché noi saremo macinati lo stesso, e diventeremo pane.


                              Clan Spammer Severi ma giusti.

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