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  • 3 giorni

    Eh sì. Anche questa volta ti hanno fottuto.
    Non nel senso più duro del termine, s'intende, ma un fastidio comunque c'è.
    E non è un fastidio legato alla perdita di una chissà quanto bella persona. È più un fastidio che stuzzica l'orgoglio.
    Ci si sente traditi, ma non tanto dalla ragazza che in 3 giorni, è passata dal dirti «amore mio, mi fai sbrillucciare gli occhi» a «non sono innamorata di te, devo pensare alla mia vita e me ne vado».
    Non propriamente dalla persona che ha vissuto a casa tua per circa due mesi, che ha diviso con te il tavolo del pranzo e della cena ogni santo giorno, che ha dormito e si è svegliata nel tuo letto dal lunedì alla domenica e che in 3 giorni, è sparita con l'abilità di un David Copperfield in grande spolvero.
    E nemmeno da quella donna che ha voluto conoscere la tua famiglia, ti ha presentato con entusiasmo la sua e che in 3 giorni, ha resettato te e tutto quello che davvero, non lo pensavi proprio, potesse esserle di maggior aiuto per trovare il coraggio di piantarti lì, come l'ultimo degli stronzi ed andarsene via chissà dove.
    È da se stessi che ci si sente traditi.
    «Come cazzo ho fatto a sbagliarmi di così tanto?» pensi e ripensi.
    «Come cazzo ho fatto a credere a tutte le sue stronzate?» ti chiedi e ti richiedi.
    «Che cazzo avevo nella testa, quando ho deciso di farla entrare in casa mia?» ti domandi di continuo.
    Queste domande martellano incessantemente il tuo cervello e da lì, una scossa per ogni colpo scende direttamente giù sino al petto dove ad ogni battito, si disperde velocemente verso le braccia, l'addome, il basso ventre, le gambe, lasciando al suo passaggio quel non so cosa simile ad una folata di vento gelido del nord che sferza sulla pelle nuda ed è questo quel fastidio che senti.
    Io lo chiamo svegliamammocci.
    Sì perchè è cosi' che ti reputi, uscendo da una storia del genere: un mammoccio.
    Un pupazzo, una marionetta, un coglione, un bambinone, un credulone... Insomma, tutto fuorchè un figo.
    E meno male che ci sono i cosiddetti amici a tirarti su il morale.
    «E di che ti lamenti?» ti dicono quelli a cui racconti la tua ennesima storia finita in merda.
    «Almeno te la sei scopata! Passa alla prossima!» e te lo dicono mentre anche loro passano alla prossima. Alla prossima briscola durante la partita al bar.
    Ogni volta che un cosiddetto amico ti dice una frase simile e di conseguenza ogni volta che uno di loro passa briscola, tu subisci un altro svegliamammocci.
    «Ti sta bene» ti dici, «così impari a tenere per te i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti.»
    E subisci un altro svegliamammocci. Due in sette secondi circa.
    Arrivato al termine di un'esperienza simile, anche se questa ha avuto la breve vita di appena due mesi, dentro ci si sente uno straccio.
    Un pò come direttamente catapultati al banco di seconda fila delle elementari, quando ti interrogano sulla tabellina del sei e tu sai malapena scrivere il tuo nome e cognome. Ci si sente confusi.
    E anche un pò ingenui e un pò inermi.
    Possibile che alla tenera età di trentadue anni, tu non sia ancora capace di capire quando una persona ti racconta una puttanata o parla sinceramente?
    Ebbene sì, la coglionaggine non ha età e per uno svegliamammocci c'è sempre tempo.
    E la prima cosa che fai, superato lo sbigottimento iniziale, è quello di tirare le tue somme, allo scopo di raggiungere un risultato che sia per te lo stimolo giusto per un veloce giropagina.
    Ti spaventa un pò fare i conti con i ricordi. In effetti è una cosa abbastanza frustrante.
    Non sono tanto i baci, le carezze, le coccole o il sesso che più ti manca.
    L'albero di Natale, i film che ogni volta duravano almeno quattro ore, i chilometri in macchina, le cucine sempre diverse, il non dover dormire da soli, le sigarette smezzate, i caffè che ci si offriva, le mutandine a fiorellini per regalo, le canzoni condivise... sono queste le cose più difficili da digerire. Da metabolizzare.
    E pensare che lei Puf! In 3 giorni tutto cancellato.
    Puf! In 3 giorni, tutta questa dolcezza è passata a miglior vita.
    Puf! In 3 giorni tutti questi ricordi sono scomparsi. Spariti. Prestidigitalizzati.
    E allora tiri il freno a mano del tuo cervello e ti fermi a riflettere.
    Ci pensi bene e di colpo, tutta la malinconia viene rimpiazzata velocemente da un sano e sincero terrore.
    Il terrore di aver rischiato di innamorarsi di una persona così, che per puro egoismo, non solo non ha esitato a farcirti di stronzate e tanti non-so-che-cazzo-sto-dicendo, ma che non c'ha pensato due volte ad usare il tuo cuore come zerbino.
    E allora sono due le scelte che ti si parano davanti.
    Quella di imprimere la scritta "Salve" sul tuo petto, o quella di pronunciare la parola "Grazie" a ciò che ha permesso a questa storia di finire così presto, evitando di prendere realmente forma e diventare una montagna che prima o poi, avrebbe potuto davvero schiacciarti senza pietà.
    «Dì la verità...» mi chiede seriamente Hicham mentre gli verso un pò di vino bianco nel bicchiere «...sono passate due settimane da allora. Ti manca lei?»
    Mha.
    Quando ripensi ad una persona che ha fatto parte della tua vita, ti manca l'amore che ti ha dato, quanto ti ha voluto bene e il rispetto che ha avuto per i tuoi sentimenti. Insomma, niente di tutto quello che è stata.
    «No» gli dico versando un pò di vino anche per me «sarebbe come se mi mancasse una persona che non è mai esistita.»
    È solo allora che Hicham porta il bicchiere vicino la bocca e abbassa gli occhi cercando di non far cadere il vino. Beve con un solo sorso e mentre accenna un sorriso amichevole dice «Centro.»
    E d'un fiato, butto giù tutto anch'io.
    «Grazie»
    .

    .
    Clan SPAMMER - Severi ma giusti.

  • #2
    Bari mi dispiace, ripijate, torna in te

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    • #3
      ma non devo pijamme da niente, il messaggio del breve racconto voleva essere positivo
      .

      .
      Clan SPAMMER - Severi ma giusti.

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      • #4
        Ahh hai già superato la fase allora xd meglio ^^

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        Sto operando...
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