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Lo strano incontro

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  • Lo strano incontro

    In uno dei miei soliti vagabondaggi per le terre di Sosaria, in una di quelle giornate dove il fresco vento proveniente da Deceit si scontra pesantemente con la calura proveniente dalle paludi di Trinsic portando così una fitta e pesante grandine estiva, rintanatami in una locanda nella periferia di Britain, feci uno di quegli incontri che segnano la vita di un pezzo di carbone in modo sostanziale.
    Appena entrata nella locanda fui subito infastidita dal suono di un'arpa, assolutamante convinta che non avrei mai udito nulla di più ripugnante all'orecchio mi accomodai su una di quelle scomode panche che son solite trovarsi nelle locande di Sosaria, quando la mia attenzione fu richiamata da un suono ancora più repellente del precedente, ovvero la voce stridula e sgraziata dello stesso suonatore di arpa, fui attratta in modo totale da quell'essere informe e dai suoi modi sgarbati, come se la sua ripugnanza avesse su di me uno strano fascino.
    Mi misi a scrutare quell'uomo minuziosamente, la sua pelle bianchissima faceva risaltare ancor di più una lunga barba scura e le due trecce femminili che gli cadevano sulle spalle, una veste ingombrante faceva pensare che al di sotto di essa fosse nascosto un gigantesco ventre flaccido più simile ad un budino di ribes che ad una pancia umana, si rivolgeva alle persone chiamandole vossignoria e poneva a chicchessia domande stupide e sconnesse, dalla sua bocca non usciva alcun rumore che avesse un senso compiuto nella dialettica contemporanea, credo che il suo ruttare fosse una tra le cose più sensate che potevano uscirgli di bocca, almeno per le funzionalità digestive che vi erano legate, anche il suo nome pareva volesse sottolinerae le sue grandi doti digestive, "Gastronax", questo il nome dello strambo figuro.
    Cercai di comprendere cosa mi potesse affascinare di questo strano figuro, forse la ricerca del diverso che in lui, sia per doti fisiche che per doti morali era completa, o forse solo una ripugnanza talmente ampia da rasentare la più vivida approvazione, tutto sta che cercai di approcciare l'essere nel modo più elegante possibile e venni rifiutata, beh a dire il vero non so se fosse un rifiuto, forse nel gergo di Gastronax un rutto in faccia era un gesto di approvazione, ma io mi sentii denigrata e ritirai le mie avance in modo repentino.
    Uscii dalla locanda in modo fugace e mi riparai dall'incessante grandine nel negozio di abiti usati al centro di Britain, pensai molto, ma non riuscii a trovare rimedio allo strano mal d'amore che mi aveva colpito, promisi che avrei evitato di incontrare ancora quello strano ripugante figuro che tanto mi aveva affascinato.
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  • #2
    Re: Lo strano incontro

    Originally posted by Gramigna
    feci uno di quegli incontri che segnano la vita di un pezzo di carbone in modo sostanziale.
    Mylady,

    mi rattrista sentirVi apostrofare voi stessa come "un pezzo di carbone", e se anche lo siete (alcune voci sono giunte a me), il vostro fascino è di gran lunga più coinvolgente del più bel fiore selvaggio.

    Ad ogni modo perdonate il mio ardire, una strana e sconosciuta emozione si è presa possesso di me poco fa...
    @--Shivadas--@

    Esso stesso, per se stesso, soltanto uno immenso e solo



    Nella guerra, determinazione; nella sconfitta, resistenza; nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza.

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